Il 12 dicembre del 1821 nasceva Gustave Flaubert, uno degli iniziatori (insieme a Émile Zola e  Honorè de Balzac) del  movimento letterario del Naturalismo che si sviluppò in Francia alla fine dell’Ottocento e che mise fine a quello del Romanticismo.

Le caratteristiche che contraddistinguono lo scrittore francese sono due: la precisione e il perfezionismo; sappiamo infatti, che Flaubert impiegò cinque anni per scrivere la sua opera di maggior successo, Madame Bovary, altrettanti per Salammbò, e circa sette anni per completare L’educazione sentimentale pubblicato nel 1869.

Lo stato francese diventa perciò, la guida letteraria dell’epoca e si fa promotore, oltre che del Naturalismo, anche del Simbolismo e di una linea realista  che con Madame Bovary  si afferma definitivamente: l’opera, in contrasto con gli ideali romantici, segue la teoria dell’impersonalità  che rinuncia ai commenti morali e alle posizioni soggettive da parte dell’autore:

 

“Non bisogna scrivere di sè. L’artista deve essere nella sua opera come Dio nella creazione, invisibile e onnipotente. Si deve sentire dovunque ma non si deve mai vedere.”

 

Madame Bovary - Gustave Flaubert
Madame Bovary – Gustave Flaubert

Quando nel 1856 uscì Madame Bovary fu subito sottoposto a un’accusa di immoralità dalla quale fu assolto l’anno successivo diventando un enorme fenomeno letterario. Coerente con la linea dell’impersonalità, l’autore si era astenuto dal condannare i comportamenti adulteri della protagonista e per questo motivo era stato definito dalla critica come sostenitore di quelli. Egli, in realtà, si era ispirato a una storia realmente accaduta ad una donna,  Delphine Delamare, che si suicidò nel 1848.

Il romanzo narra la storia della giovane Emma, lettrice accanita di romanzi d’amore, che accetta di sposare Charles Bovary credendo di poter realizzare con lui tutto ciò che ha sempre desiderato; ben presto, però, si accorge della monotonia della vita matrimoniale e della mediocrità di suo marito che non riesce a donarle ciò di cui lei ha bisogno: da qui i numerosi tradimenti e le crisi che poi la porteranno al suicidio.

“…non era felice, non lo era mai stata. Ma da dove veniva quell’insufficienza di vita, quell’istantaneo imputridirsi di tutte le cose a cui si appoggiava?…Ma se c’era da qualche parte una creatura forte e bella, una natura valorosa, colma a un tempo di passione e raffinatezza, un cuore di poeta sotto un sembiante d’angelo, perché il destino non gliela faceva incontrare?”

 

Gustave Flaubert
Gustave Flaubert

 

L’opera fu partorita dopo anni e anni di revisioni poichè Flaubert non era mai soddisfatto; trascorreva le notti a scrivere e a rileggere, correggeva e riscriveva ossessionato dalla ricerca della perfezione, rinchiudendosi nella sua camera e rifiutando i rapporti umani «per timore che l’aria del mondo giungesse fino a lui»:

«Ho seguito così bene la massima di Epitteto “Nascondi la tua vita”, che è come se fossi sepolto».

A nulla valsero le lettere dell’amata Louise Colet, una poetessa conosciuta molti anni prima a Parigi di cui divenne l’amante per molto tempo. Lei aveva 11 anni più dello scrittore ed era bellissima e affascinante ma anche gelosa, cocciuta e capricciosa. In lei trovò “la sola donna che ho amato e che ho avuto”.

 

L'Education Sentimentale - Gustave Flaubert
L’Education Sentimentale – Gustave Flaubert

Nel 1869 viene poi pubblicata L’educazione sentimentale, e anche qui ci vorrà qualche anno prima che essa venga riconosciuta come un capolavoro. La donna del romanzo, la signora Arnoux, di cui il protagonista si innamora è l’alter-ego di Elisa Foucault, una donna che Flaubert aveva incontrato molti anni prima durante una vacanza estiva e che amerà in modo platonico per tutta la vita.

“E immaginavano una vita tutta d’amore, abbastanza feconda da riempire le più vaste solitudini, che andasse oltre ogni gioia, sfidasse tutte le miserie, qualche cosa di sublime e luminoso come il palpito delle stelle. […] La contemplazione di quella donna lo snervava, come l’uso di un profumo troppo forte. Quell’amore era sceso nel profondo della sua natura, diveniva ormai una maniera complessiva di sentire, un nuovo modo di esistere.”

Gli ultimi anni sono difficili: in grande difficoltà economica e quasi del tutto ignorato dalla critica, muore per un’emorragia cerebrale l’8 maggio del 1880.

Maria Pisani

 

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