Se prima era quasi impossibile tenere sotto controllo il proprio partner, oggi basta un click. I social network, le applicazioni dei cellulari e ogni sorta di social media, ci hanno messo in condizione di poter verificare cosa stia facendo l’altra persona in qualsiasi momento.

Ormai la fiducia è passata in secondo piano, dando spazio ad una schiera di potenziali agenti della CIA. A fomentare ciò, sul web sono presenti canali e siti appositi che – un po’ per gioco, un po’ seriamente – suggeriscono numerosi metodi, aggiornando i followers con le ultime novità. La sensazione che si prova nell’incastrare il proprio partner è ineguagliabile: poter puntare il dito con tanto di prove alla mano è semplicemente fantastico e ci mette automaticamente dalla parte della ragione.

Ma come si è arrivati a tutto questo? Non di certo solo con l’avanzamento della tecnologia. Nel 1995 Sailor Moon fece la sua prima apparizione su Canale 5 di Mediaset. La paladina della giustizia vestita da marinaretta sapeva come sconfiggere i propri nemici, ma di certo non vestiva abiti da guerriera nella sua vita privata. Cari lettori, la nostra amata Sailor era una sottona. Per chi non fosse informato a dovere sull’argomento, la sottona è la ragazza dominata dal partner, accondiscendente e troppo timorosa per dire ciò che non va. Insomma, il classico esempio di chi preferisce voltarsi piuttosto che guardare il faccia alla realtà. Tornando a noi, dopo una attenta analisi, si evince chiaramente che la nostra paladina della giustizia sia una sottona grazie a questo episodio. Anni di relazione con Marzio e quando lui la rifiuta e la invita ad accomodarsi fuori, dopo essere stato accusato di tradimento, lei annuisce e con le lacrime agli occhi va via.

Dunque, era solo questione di tempo: il genere femminile, cresciuto a Lunchables e Sailor Moon, si sta prendendo la sua rivincita. Mai più sottone, qualsiasi sia il motivo.

Ma non finisce qui. La colpa è anche e soprattutto della Disney che da sempre ci fa sognare il principe azzurro. Ancor più grave è il fatto che questo bellissimo e romantico principe non abbia un nome, o almeno nel corso della fiaba non viene menzionato: basti pensare a Cenerentola, La bella addormentata o Biancaneve. In questo modo, ogni animo innocente si immedesimava nella storia dando al principe il nome di qualcuno che gli faceva battere il cuore. In merito a ciò, posso solamente constatare che i creatori di questo mondo romantico siano delle persone senza scrupoli, che ci hanno illuse fin dalla tenera età.

stalking principe azzurro sailor moon

Tutto ciò non ha fatto altro che alimentare false speranze, dando il via ad una serie di caduti di guerra già dalle scuole elementari, quando il nostro piccolo principe azzurro sceglieva la bambina con gli occhi verdi e i capelli biondi piuttosto che noi.

Ed è così che lo stalking 2.0 si è fatto strada in una società volta alla disillusione e alla negatività.

«C’amma ripiglià tutt chell che è ‘o nuost»

Lo sblocco del cellulare, tramite impronta o codice, serve a ben poco e non ci dà la certezza che la nostra privacy sia al sicuro. Dal controllo a tappeto dei like sotto ogni post allo sguardo furtivo sul cellulare, dal controllo di ogni interazione fra lui e qualsiasi donna tramite Facebook allo spionaggio delle storie di Instagram, dalla creazione di account fasulli all’accesso della vergognosa email di hotmail con cui lui si è registrato sui social, forse siamo addirittura arrivati a varcare la soglia dello stalking 3.0. Questa volta il protagonista è WhatsApp. I costanti aggiornamenti delle varie applicazioni ci consentono di usufruirne al meglio. Purtroppo, in alcuni casi forse è meglio fare un passo indietro. Di cosa stiamo parlando? Una delle applicazioni di messaggistica istantanea più usata al mondo ha lanciato una novità: la condivisione della posizione attuale. Dunque, dai 15 minuti alle 8 ore potremmo sapere live dove si trova la persona che ci ha inviato la sua posizione.

Cosa consente di monitorare gli spostamenti dell’altra persona se non la volontà di quest’ultima? Basta inviare la posizione attuale dal cellulare di qualcun altro, cancellare immediatamente il messaggio in modo che non si accorga di nulla e fissare per otto ore il proprio cellulare cercando di non farsi venire l’ulcera.

Oggi come oggi, metodi quasi infallibili ci permettono di violare la privacy altrui. Qualcuno direbbe «meglio tardi che mai», ma è giusto? Siamo talmente influenzati dai media che non ci rendiamo conto che il loro uso ha portato ad una paranoica sfiducia, lo stalking è un esempio. Il classico uso smoderato di qualsiasi cosa può essere nociva. In questo caso, la maggior parte di noi vive le relazioni con sospetto, col fucile carico in attesa di qualcosa che magari, per nostra fortuna, non arriverà mai.

Ilaria Cozzolino

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