Erano le 13 di domenica mattina quando all’interno della sala “Delle Dame”, presso la Reggia di Caserta, si è verificata una progressiva caduta di calcinacci dal solaio determinandone il crollo subito dopo. Sono tuttora in corso indagini più approfondite per verificare le cause di quanto accaduto. Disastrose le conseguenze se, all’interno del sito UNESCO di Caserta, in quelle stesse ore si fossero trovati sul posto turisti o dipendenti.
Il direttore della Reggia di Caserta Mauro Felicori ha diffuso, tramite una nota, che non erano stati rilevati segnali di cedimento, quando mesi prima sono state elaborate le schede di rilievo sullo stato delle finiture interne del palazzo reale.
Noi di Libero Pensiero News avevamo incontrato ed intervistato Felicori qualche ora prima del crollo; un’intervista che “cade a pennello” se si leggono nelle varie risposte i riferimenti del direttore ai lavori di pulitura e manutenzione.
Direttore, sebbene non di vostra diretta competenza, lei prevede nel prossimo anno nuove assunzioni di guide turistiche o addetti alla sicurezza?
«Noi della direzione non abbiamo autonomia nella gestione del personale, dato che le assunzioni vengono effettuate a livello governativo. Io auspico che arriveranno più dipendenti in quanto l’aumento delle visite, registrato nell’ultimo anno, ha inevitabilmente comportato un carico di lavoro maggiore all’interno della Reggia. Si pensi che, con tutto ciò che abbiamo guadagnato, potremmo noi assumere nuovo personale già da domani. L’incremento dei visitatori sta incentivando anche il circuito economico locale: gli alberghi hanno più richieste, bar e ristoranti sono più affollati, i negozi vendono di più.»
Alcuni sostengono che, con la diffusione del marchio “Reggia di Caserta” e la commercializzazione dei relativi prodotti, si sottragga attenzione alla Reggia in quanto patrimonio artistico-culturale. Cosa risponde alle critiche?
«Sono critiche sciocche, perché stiamo semplicemente compiendo un’operazione commerciale fatta da tutti i più grandi musei d’Europa. Abbinando il marchio a prodotti di qualità, ricaviamo delle entrate che sfruttiamo per il restauro e la conservazione dei beni. Facciamo attività di marketing, ma la finalità è sempre culturale e proiettata alla ricerca. Come si dice “quando il dito indica la luna, lo stolto guarda il dito”.»
Inoltre in molti indicano lei, dott. Felicori, prossimo candidato PD alle elezioni politiche del 2018. Sono voci fondate?
«Nessuno mi ha mai proposto nulla; è una voce senza base né fondamento.»
Quali saranno le prossime iniziative che riguarderanno la Reggia di Caserta?
«Libereremo progressivamente la Reggia dagli usi impropri, specialmente quelli militari. Proseguono i lavori di restauro e animazione museale. Conto di fare meglio di quanto fatto finora: una manutenzione e una pulizia migliore.»
Successivamente conta di tornare a Bologna?
«Per il momento ho intenzione di onorare il mio contratto e portarlo a termine con dignità. Punto a concludere i miei 4 anni di lavoro con successo, sia per la Reggia che per l’intera città. Sono un professionista, ho un contratto a termine e vedremo cosa ci riserveranno i prossimi due anni.»
A suo avviso il ministro Franceschini ha fatto un buon lavoro o avrebbe potuto apportare alla Reggia un contributo maggiore?
«Ritengo che Franceschini per la Reggia abbia fatto un ottimo lavoro, per quanto riguarda i beni culturali è un ministro che rimarrà nella storia.»
In base alla sua esperienza, quale raffronto può fare tra Nord e Sud Italia?
«Il problema del Sud è che le questioni vengono amplificate: ad esempio problemi della Pubblica Amministrazione, che sono presenti anche a Bolzano o in Valle d’Aosta, qui hanno una risonanza maggiore. Rispetto al Nord, il Sud ha bisogno di più managerialità, di maggior capacità di ‘fare sistema’. Bisogna evitare che ciascuno giochi da solo ed incentivare il lavoro di squadra, puntando sulla cooperazione tra istituzioni e soggetti economici. Laddove si riscontra nel Sud un aspetto negativo, è celato il lato positivo: se c’è una carenza, abbiamo possibilità di fare più strada noi.»
Da quando lavora a Caserta, è mai stato professionalmente avvicinato da esponenti della criminalità organizzata?
«Assolutamente no, mai.»