Napoli, la Terna pensa ad un elettrodotto da impiantare nel bel mezzo del lungomare partenopeo.
Digitando ‘azienda Terna’ su Google il primo risultato che balza agli occhi recita: “Per noi di Terna, competenza, professionalità e senso dell’etica sono il miglior biglietto da visita all’interno e all’esterno dell’azienda”. Chissà se l’azienda fornitrice di energia elettrica a livello nazionale per senso dell’etica intende anche il voler ergere un cantiere di ben 11 km che partendo dal Bosco degli Astori spacca in due il lungomare più bello del mondo ed arriva fino alla Galleria Vittoria, andando così a scempiare, nel vero e proprio senso della parola, la città di Napoli.
Chissà se per competenza e professionalità la Terna fa riferimento all’elettrodotto che vorrebbe impiantare nel bel mezzo del golfo partenopeo nonostante la presenza in costituzione della legge n° 36 del 22 febbraio 2001 secondo la quale è dannoso per la salute dei cittadini sostare per più di quattro ore in presenza di una struttura simile.
E chissà se di tale legge ne avrà memoria il governo che al momento approva il progetto beffandosi di istituzioni locali e democrazia cittadina anche grazie alla scusa dell’individuazione di un Sito di Interesse Nazionale.
La consigliera comunale Eleonora De Majo ha così commentato la notizia in una nota Facebook: “Si tratta di fatti dell’ennesima imposizione calata dall’alto sulla città, attraverso il dispositivo del Sito di interesse nazionale che di fatto può derogare completamente ai pareri contrari dell’urbanistica e degli altri uffici tecnici dell’amministrazione. So che Terna, che oggi arriva da noi con la scusa dell’ammodernamento del servizio elettrico, è la stessa società che pretendeva da mia sorella Silvia Ferrante 16 milioni di euro di risarcimento per essersi opposta al mega impianto che passava per altro a ridosso di casa sua e che espropriava decine e decine di contadini e proprietari. So che del nostro modello energetico dobbiamo e vogliamo decidere noi! Basta commissariamenti! Basta deroghe!”
In merito alla questione il Laboratorio Insurgencia ha indetto per sabato 21 gennaio l’assemblea pubblica ‘FERMIAMO L’ELETTRODOTTO’ alla quale prenderà parte anche Silvia Ferrante, la mamma attivista che si è opposta all’elettrodotto Villanova – Gissi che la Terna voleva ergere a soli 80 metri dalla sua abitazione in provincia di Chieti. Silvia è riuscita a superare le 24 citazioni in giudizio, vincendo così la causa che le chiedeva di risarcire l’azienda per un totale di 16 milioni di euro.
Flora Visone