La morte di Emmanuele Pirozzi, il giovane studente del Conservatorio di Napoli, avvenuta per essere precipitato dall’obelisco di Piazza San Domenico Maggiore, nel cuore del centro storico partenopeo, ormai è certo, è avvenuta per una scommessa.
Come emerge dalle testimonianze, infatti, sembra che il giovane ventitreenne, Emmanuele Pirozzi, abbia scalato l’obelisco per una scommessa fatta con un altro amico. Forse stanco per la scalata oppure per semplice perdita di equilibrio, il tutto giunge all’epilogo che noi tutti conosciamo.
Quel piccolo messaggio lasciato sulla ringhiera in ferro che circonda l’obelisco, accanto ad alcuni fiori ed oggetti posti da amici e conoscenti del ragazzo, tutti oggetti che catalizzano le riflessioni su una morte assurda.
Caduto da oltre venti metri, è stato preceduto nella scalata anche da un altro ragazzo che, per sua fortuna, si è arreso dopo pochi metri ed è tornato indietro. Dalle varie testimonianze sembra che alcuni presenti lo invitavano a desistere, altri addirittura ne incitavano l’impresa. I soccorsi sono stati chiamati troppo tardi. Tutti i ragazzi che si riuniscono nella piazza durante le ore della movida sono sconvolti per l’accaduto. Il Regio Conservatorio, dove il ragazzo studiava musica elettronica, ha chiuso le porte per alcune ore in segno di lutto.
Quanto noiosa è diventata la vita di questi ragazzi per giocare mettendo la vita stessa a repentaglio? Quanto noiosa è diventata la vita di quei ragazzi che, invece di chiamare subito dei soccorsi per distogliere Emmanuele da quel gioco inutile, hanno impugnato i loro smartphone semplicemente per riprendere una scena che era “semplicemente” divertente? Quando si scommette la vita perdono tutti.
Salvatore Annona