A Genova l’allerta maltempo durerà almeno fino alla mezzanotte di lunedì, ma la rabbia e l’esasperazione di cittadini e commercianti è arrivata al culmine, riversandosi sul sindaco sceso in strada per verificare personalmente la situazione. “Pagliacci, dimezzatevi gli stipendi“. Le urla hanno accompagnato Marco Doria lungo tutto il giro della città, mentre si continua a lavorare per spalare il fango e cercare di riportare il tutto alla normalità.
Marco Doria è stato accompagnato dall’assessore Oddone, dall’europarlamentare Cofferati e dal senatore Tullo. Hanno girato la città per verificare lo stato dei lavori dei volontari, gli angeli del fango, che da giorni stanno lavorando senza sosta per ripristinare la funzionalità cittadina. Il sindaco è stato vittima di urla, contestazioni, una rabbia e una tensione palpabile già scoppiata nei giorni scorsi quando ci sono state dure contestazioni verso la Polizia Municipale e tafferugli con i carabinieri.
“Sono pronto a dimettermi se sarà necessario, lo farei subito se fossi sicuro che con ci sarebbero aiuti più celeri“. Il sindaco non si oppone alla contestazione dei cittadini, ma lavora con la giunta per agevolare in tutti i modi i genovesi. La Giunta, riunitasi in via straordinaria per programmare gli interventi post-alluvione in città, ha decretato la sospensione di tutte le imposte comunali come la TASI e TARI, ipotizzandone anche l’azzeramento, e l’istituzione di un conto corrente, a spese del Comune, di raccolta fondi per l’aiuto degli alluvionati.
I soccorsi, però, tardano ad arrivare. “Ci mancano pale e stivali” denuncia un angelo del fango, che da giorni sta lavorando incessantemente tra le vie cittadine. La denuncia, comunque, è diffusa, con i volontari che rivendicano l’assenza di pale, guanti e stivali per poter lavorare adeguatamente. “Quando si è rotta la mia scopa non ho potuto più aiutare a spalare il fango in città” racconta un volontario. I volontari spiegano che non gli sono fornite manco bottigliette d’acqua durante la giornata di lavoro e che vengono dissetati da un ragazzo che gira con un carrello di un supermercato pieno di bottiglie d’acqua. La Protezione Civile è il grande accusato di questa violenta alluvione per non aver dato il giusto preavviso ai commercianti dell’arrivo della bomba d’acqua. Solo un sms, inviato alle 23.19 dopo l’annegamento dell’infermiere Antonio Campanella, unica vittima del disastro, dove si avvisava i commercianti di stare lontani dalla zona della Val Bisagno.
Dopo giorni di silenzio e di critiche, rompe gli indugi anche Renzi. Il premier assicura che saranno inviati a Genova 2 miliardi di aiuti. “Assicuro ai genovesi, che non si sono piegati e che si sono rimboccati le maniche per spalare via fango e detriti dal loro futuro, l’impegno economico del governo fin dalla legge di stabilità cui stiamo lavorando in queste ore” ha spiegato Renzi. Il premier, poi, ha rivendicato il proprio lavoro per lavorare sul dissesto idrogeologico ligure e non solo, rivendicando le proprie riforme che serviranno anche a questo. “C’è bisogno di sbloccare i cantieri, – spiega – come abbiamo iniziato a fare con l’unità di missione. Di superare la logica dei ricorsi e controricorsi che rendono gli appalti più utili agli avvocati che non ai cittadini, come abbiamo previsto con il disegno di legge delega sulla Pubblica amministrazione. Di coordinare la protezione civile con un maggior ruolo del livello centrale come prevede la riforma costituzionale del titolo V“. Renzi era stato attaccato dalle opposizioni, in primis Grillo che dal Circo Massimo aveva invitato Renzi ad andare a Genova e non a mandarci solo l’esercito. Anche Brunetta aveva sottolineato il silenzio del premier su twitter.
Francesco Di Matteo