Napoli. Il Presidente della Seconda Municipalità, Francesco Chirico  ha promosso un’importante iniziativa culturale sul suolo partenopeo.

Oltre a ristrutturare in toto la propria municipalità. In Via del Chiostro, il Presidente Francesco Chirico ha pensato bene di aggiungere un piccolo particolare.

Si tratta di un cavalletto in ghisa munito di tela, pennello e tavolozza di colori. Lo scopo è quello di stimolare e invogliare gli artisti, i passanti e i cittadini della seconda municpalità a dar sfogo alla propria creatività. 

In una nota il Presidente Francesco Chirico ha spiegato: “L’idea mi è venuta non solo perché ritengo interessante lo scenario ma anche perché li di fronte c’è la facoltà di architettura. Promuovere arte e cultura è il nostro obiettivo. Questo rientra nell’ambito degli interventi di arredo urbano che da mesi stiamo realizzando sul territorio” – Il Presidente continua  – “ Importante è promuovere arte e cultura. Questo è il nostro obiettivo”.

Il Presidente Francesco Chirico rinnova l’appuntamento: “Cavalletto in ghisa a disposizione di chiunque abbia voglia di dipingere questo scorcio della nostra meravigliosa città”.

L’idea ha già raccolto molti consensi tra i concittadini. Non manccano le adesioni social. Tra i commenti: “Gran bella iniziativa presidè… le critiche fattele scivolare addosso…. non l’hanno mai visto un presidente così attivo!!”

Eugenio Fiorentino

1 commento

  1. Questa storia della promozione di arte e cultura che fa premio sulla vita quotidiana piuttosto complicata per chi vive vicino ai “giacimenti culturali” ha qualche inconveniente e mi piacerebbe che Chirico, che pure conosce la situazione, facesse conoscere il suo pensiero.
    Finora, però, Chirico sembra aver seguito il consiglio presente nell’articolo di “lasciar scivolare addosso le critiche”…
    Dunque succede che, grazie ad una convenzione firmata da Comune e la srl che gestisce il Museo privato di Cappella S. Severo, sono iniziati dei lavori di riqualificazione di due strade, Via De Sanctis e Via De Sangro che hanno un brutto difetto.Il difetto è che costeggiano la Cappella che, per incrementare le sue entrate, ha chiesto ed ottenuto non solo un lungo periodo di interdizione al traffico sulle due strade ma anche la successiva “gestione” quasi di tipo privatistico per l’accesso alle due strade.
    I relativi provvedimenti sono di competenza proprio della Municipalità presieduta da Chirico e prevedono chiusura al traffico per ben 14 giorni (ord. n. 76) per lavori ripeto di riqualificazione , installazione di dispositivi fisici (c.d. pilomat) che impediranno l’accesso alle due famigerate strade.
    Ad esse, secondo gli attuali orientamenti di Assessorato e Municipalità (ed ecco cosa c’entra Chirico) non potranno più accedere anche i residenti di ben tre numeri civici (11,20 e 23) di Via De Sangro già muniti di permesso pagato per l’accesso all’attuale ZTL..
    Perchè si privatizzano due strade pubbliche in favore di un soggetto privato? Perchè i turisti sono attualmente “disturbati” dal passaggio delle auto anche dei residenti.
    Insomma vivere nel Centro Antico è una colpa da espiare e ci si potrà , eventualmente,consolare con il cavalletto di Chirico o coll’albero di tubi innocenti alla Rotonda Diaz.
    Ritorniamo al “Feste, farina e forca”?
    Viene anche da chiedersi e da chiedere ad Assessore e Presidente della Municipalità: siamo passati dai beni comuni ai beni pubblici privatizzati?
    Ps: sono in conflitto di interessi: sono uno dei residenti a cui non solo verrebbe impedito di accedere al cortile di casa sua ma che sta anche provando, da giorni, a farsi rispondere da chi ha la responsabilità di render conto ai cittadini elettori delle sue scelte. Mail inviate a raffica, risposte ad oggi 14 novembre: zero.
    Come prof. di Diritto dò appuntamento ai miei 4 lettori qui nel blog “Facite ammuina”: lì ho intenzione di sviluppare le mie riflessioni, che partono da questo episodio, di educatore sul rapporto tra società civile (come si chiamava una volta) e politica , rapporto di cui quotidianamente si lamenta l’inaridimento.
    Salvo aver robustamente contribuito allo stato di cose che, a parole, si condanna.
    Franco Labella

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