Alla convention del “Patto del non Nazareno” è l’esponente della minoranza PD a Bologna ad annunciare la possibile nascita di un nuovo soggetto politico a sinistra. In casa PD la tensione è molto alta, il nuovo verso impostato da Matteo Renzi ha destato molta insoddisfazione nella minoranza dem e all’interno del gruppo dirigente del PD di stampo bersaniano.
I venti di scissione, comunque, non sono talmente forti da pensare di abbattere il partito e spaccarlo, perché a muoversi non dovrebbero essere i bersaniani, bensì i civatiani. Ad annunciarlo è stato proprio Civati, oggi, a Bologna, rivendicando la necessità di avere un nuovo partito alla sinistra del PD: “Un partito a sinistra del PD si costituirà se Renzi continua così, non è colpa o responsabilità nostra”. Civati ci tiene a sottolinearlo, lo ripete già da qualche tempo, perché non intende passare per l’ennesimo scissionista che, in nome dell’unità della sinistra, esce dal partito per rifugiarsi nel minoritarismo.
L’esponente dem (non si sa ancora per quanto, ndr) ha convocato una convention chiamata “Patto del non Nazareno”, allontanandosi dal famoso accordo che vede Renzi e Berlusconi insieme nelle riforme. L’iniziativa è convocata dall’Associazione “E’ Possibile”, Civati spiega la sua contrarietà alle riforme che il governo Renzi ha promosso: “Noi segnaliamo questioni fondamentali come una riforma della Costituzione fatta meglio – aggiunge Civati – una legge elettorale in cui i cittadini scelgano gli eletti e non siano i politici a scegliersi tra loro, una riforma del lavoro che non sia di destra come quella che abbiamo visto finora”.
Civati reputa sbagliato il mancato confronto del Governo con il mondo del lavoro e degli studenti che in queste settimane hanno riempito le piazze cercando di ottenere un cambio di marcia sulle questioni politiche di fondo: “è paradossale, è la prima volta che vado a una manifestazione della Cgil in cui non solo non siamo con loro ma addirittura siamo oggetto degli attacchi. Quindi è chiaro che le persone più note e che hanno magari qualche responsabilità in più sono più fischiate delle altre”. Parla di Massimo D’Alema, ex ‘caro leader’ fischiato a Bari dai manifestanti della Cgil, ma le sue parole lasciano intendere un certo imbarazzo nei confronti di un mondo di cui il PD è sempre stato rappresentativo. Ma le differenze con Renzi sono, ormai, palesi e l’iniziativa di Human Factor, convocata da Nichi Vendola a gennaio potrebbe scandire i tempi della costruzione di un soggetto politico a sinistra del Pd. Un campo largo, ma più competitivo dell’attuale Sel: il progetto, secondo le indiscrezioni sarebbe già avviato, il Patto degli Apostoli è stato il punto di partenza.
“Per me il percorso non finisce qui – conferma Civati – e non è necessario scindersi, se però non c’è la possibilità da parte di Renzi a confrontarsi con questa parte di paese, ognuno ne trarrà le conseguenze”. Nodale sarà il voto sul Jobs Act e come Renzi si vuole presentare alle elezioni: “Se Renzi si presenta con il Jobs Act e con le cose che sta dicendo alle elezioni a marzo, noi non saremo candidati con Renzi“. Quindi “ci sentiamo responsabilmente liberi”. “Io sarei già andato a votare nella primavera 2013 – ha aggiunto -, poi abbiamo fatto le larghe intese… A me sembra che debbano essere i cittadini a scegliere chi li governa. Se adesso Renzi si è innamorato del Mattarellum meglio, io lo sostengo da sempre”, con “collegi uninominali, si scelgono i candidati con le primarie e i cittadini votano una persona di destra o una di sinistra non tutte e due le cose insieme”.
Luca Mullanu