Stop Time. Così si intitola la mostra di Hiroshi Sugimoto allestita da Fondazione Fotografia al Foro Boario di Modena dall’8 Marzo al 7 Giugno 2015.
L’artista giapponese, influenzato dal Minimalismo e dall’Arte Concettuale di metà anni Settanta, propone un’indagine sul concetto di tempo e di come lo percepisce l’uomo, il quale cerca disperato di trattenerne un frammento.
Hiroshi Sugimoto infatti sostiene:
“[…] Da 180 anni è la fotografia a determinare il modo in cui l’uomo guarda la propria storia e percepisce il mondo. Grazie alla fotografia, la nostra storia collettiva è stata immortalata, archiviata e ripetutamente passata al vaglio fino alla banalizzazione, tanto da poter dire quasi che, da allora, la storia è “vera storia” solo dopo che la fotografia ha svolto la sua parte. Il giorno in cui l’uomo realizzerà il desiderio profondo di fermare il tempo si sta avvicinando inesorabilmente. Il tempo esiste unicamente grazie alla percezione umana; e dunque solo quando l’umanità sarà scomparsa dalla faccia della terra potremo dire davvero di aver fermatolo scorrere del tempo. Non ci vorrà molto.”
Stop Time mette in evidenza il fil rouge delle fotografie dell’artista scattate in epoche differenti. Il bianco e nero, l’attenzione per la luce, la ricerca di volumi lineari, la composizione perfetta, sono una costante della sua arte. Dunque, non a caso le opere selezionate oscillano come un orologio a pendolo da Theater, gli scatti con otturatore aperto per la durata di due ore o più così da congelare in un unico frame un film intero, a Dioramas, le foto del 1974 al Museo di Storia Naturale di New York degli animali impagliati sullo sfondo di paesaggi dipinti.
Una sezione è dedicata a Portraits, i ritratti di personaggi famosi di cera del Museo di Madame Tussaud a Londra. E non dimentichiamo Seascapes, i paesaggi marini che vi toglieranno il fiato. O ancora Architecture, le foto completamente fuori fuoco di architetture moderniste per impedirne il collocamento temporale.
Insomma la mostra vi porterà a ripercorrere, insieme allo sguardo attento di Sugimoto, quarant’anni di studio e dedizione.
Ilaria Cozzolino