Napoli. Si è svolto in aula Matteo Ripa a Palazzo Giusso un incontro dal titolo “Un genere rivoluzionario”, voluto dal Collettivo Autorganizzato Universitario dell’Ex Opg-Je so pazzo.

L’incontro è stato, oltre alla presentazione del lavoro che sta svolgendo lo sportello medico popolare dell’Ex Opg nel supportare tematiche propriamente femminili, anche un interessante dibattito che è andato ad inserirsi in modo originale nell’ambito dei percorsi di femminismo che le realtà autorganizzate universitarie stanno portando avanti a Napoli.

Ad introdurre, Ivan Santangelo che durante il suo intervento ha messo in chiaro le basi metodologiche con cui l’Opg sta affrontando la questione femminile (Qui potete trovare un testo dell’Ex Opg dal titolo Qualche spunto di riflessione e la nostra esperienza quotidiana nella lotta antisessista).

A Napoli diverse realtà hanno una sezione dedicata al tema femminista, ma l’Ex-Opg ritiene questo un errore in quanto “la lotta antisessista non può essere un cammino a sé, separato dalla lotta per la trasformazione dell’esistente, ma i due cammini sono necessariamente e concretamente intrecciati”. Una lotta di tutti, insomma, che è strettamente legata a rivendicazioni di natura anticapitalista, contro lo sfruttamento sul lavoro, e antirazzista.

“Pensiamo che il modo più efficace per praticare l’antisessismo sia quello di declinarlo in tutti i nostri campi di intervento”. Citando in modo efficace le femministe curde, si propone un’analisi acuta su come le donne abbiano impiegato secoli ad uscire dalla sfera del privato, salvo poi tornarne, negli ultimi tempi, in una fase in cui il femminismo è tornato a parlare solo di famiglia, sessualità, aborto.

Al contrario, la proposta del collettivo è quella di declinare la lotta contro il maschilismo in ognuno dei propri campi d’azione: dalla lotta alla povertà a quella per i migranti, da quella per il lavoro a quella per la salute.

Questa visione che sembra lontana dalle assemblee prettamente femminili e spesso chiuse alla componente maschile che non viene mai a contatto con il problema di genere, sembra un nuovo ed interessante input per il percorso femminista napoletano.

Di particolare interesse l’intervento di una ricercatrice in Filosofia all’Università Orientale, Viola Carofalo. La donna ha fatto una panoramica storica sui principali movimenti femministi dal 1600 ad oggi, e di come questi abbiamo nel tempo modificato continuamente il tiro sulle richieste e sui metodi di lotta in uso. Si è parlato di Virginia Woolf e di come sia stata la prima a riconoscere il valore della differenza (storica, non naturale) tra uomini e donne e di come questa differenza possa e debba essere forza e possibilità di vedere la società patriarcale e capitalista da un passo indietro, da una prospettiva un po’ scostata, che dia alle donne il grande potere di riderne e farne crollare l’aura di verità autoconferitasi.

Durante il secondo intervento sono state presentate le attività dello sportello medico dell’Ex Opg nell’ambito ginecologico (nato da poco) che si occupa, nello specifico, di visite o test di gravidanza; giornate di prevenzione (con attività come il corso di autopalpazione); ecografie al seno; sportello di ascolto e controllo popolare sui consultori. Si è parlato di come si siano riscontrate difficoltà da parte di molte donne, soprattutto migranti, ad usufruire dei servizi statali di questo tipo per problemi di costi, tempi di attesa, disinformazione o obiezione di coscienza.

L’input che ha lanciato l’Ex Opg nel dibattito femminista cittadino, anche se innovativo, non è esauriente, presenta ancora problematiche: come si può liberare la lotta femminista da questa eccessiva dimensione privata, se il privato è proprio il campo in cui la donna viene sottomessa? Le lotte femministe dell’Ex-Opg stesso sono declinate in gran parte proprio allo sportello medico che ricopre il lato intimo della femminilità.

L’Italia negli ultimi mesi sta respirando a pieni polmoni ventate di mobilitazione femminista. Il dibattito è aperto, la strada è tortuosa, troppi piani diversi tra loro si devono incastrare in modo precario. La via del femminismo, come spiegato da Viola Carofalo, è sempre stata incerta, perché ogni passo fatto è stato il primo in quella direzione. L’importante è agire su più fronti: quello teorico, che mai si deve arroccare su false verità che non appartengono a nessuno, e quello pratico, politico, militante. Ben venga, allora, un posto che aiuti le donne a gestire i bisogni medici di un corpo che la società ha reso quasi disabilità.

Lo sportello medico popolare dell’Ex Opg-Je so pazzo (Via Imbriani, 218, quartiere Materdei, Napoli) è aperto lunedì e mercoledì dalle 16,30 alle 19.

Ludovica Perina

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