Post gara del Gp di Spagna, a Montmelò vicino Barcellona. Forse il primo confronto vero, e che tanti aspettavano, tra Ferrari e Mercedes. Vittoria che, però, sfugge da Maranello e consegna il cinquantacinquesimo successo in carriera a Lewis Hamilton, che si mette dietro Sebastian Vettel e Daniel Ricciardo dopo una gara condotta ai limiti dello stress psico fisico. In grande spolvero seguono le due Force India di Perez e Ocon, a punti insieme a Hukenberg, Sainz, Wehrlein, Kvyat e Grosjean
In Spagna un weekend particolarmente entusiasmante, nonostante per caratteristiche il tracciato non abbia mai regalato tante emozioni in passato. Dopo il venerdì di prove libere, che con il sorprendente pacchetto di aggiornamenti Mercedes sembrava dover essere il preludio del ritorno di fiamma del team tedesco, in qualifica e in gara le forze si sono più o meno pareggiate.
Chi aspettava di arrivare fino in Spagna per godersi il primo vero confronto tra i protagonisti del mondiale non potrà che essere soddisfatto. Il primo arrembaggio proviene da Vettel, che in partenza guadagna (e mantiene) il primato della corsa ai danni di Hamilton fino al giro 13. Sosta anticipata per difendere il possibile undercut dell’inglese e strategie che da questo momento in poi vanno necessariamente per strade diverse. Il muretto Mercedes richiama ai box l’inglese dopo non poche tornate, sfruttando il ‘tappo’ creato da Bottas – che Vettel sorpassa, non senza aver perso qualcosa – e decide di puntare sulla gomma media. Scelta necessaria, visto il ritmo che il tedesco aveva imposto fin dall’inizio. Quel che viene dopo segue il naturale svolgimento degli eventi, con Hamilton che sfrutta la Virtual Safety Car per il secondo cambio gomme (da Medium a Soft) per ridurre in parte lo svantaggio da Vettel e costringere il ferrarista a coprirsi subito passando, invece, alle Medium.
Il resto lo fa la gara, con Vettel che nonostante ciò esce dai box ruota a ruota con Hamilton e lo tiene dietro fino al giro 44 (quando il divario tra le due mescole è a dir poco troppo evidente e avviene il sorpasso sul rettilineo principale).
Che dire, una gara perfetta su ogni fronte, condotta al massimo da entrambi i piloti e condizionata dalla diversa strategia nonché dagli episodi di gara. Stress psicofisico inevitabile, che oltre ad essere caratteristico per questo circuito diventa difficile da gestire con queste nuove e più veloci vetture.
A conclusione del Gran Premio di Spagna, insomma, Lewis Hamilton rosicchia punti a Sebastian Vettel. Chiaramente il peso netto della gara passa tutto per la lotta che ha entusiasmato i primi due posti. Vanno tolti però un po’ di sassolini dalle scarpe, che come al solito piovono nei dopogara e ci rendono più critici di quanto in realtà non siamo mai stati. Su quanto avvenuto in Spagna faremmo bene a pensarci su due volte a sparare sulla croce rossa.
Anche quest’anno, anche questa settimana, infatti, sembra passare tutto per il muretto box, che nell’uno e nell’altro schieramento ha contribuito a rendere la gara interessante, con la variazione di strategie che si è resa necessaria fin dal primo stop e su cui hanno anche influito il ritiro immediato di Raikkonen e gli episodi di gara che abbiamo commentato. Non è per forza un problema di strategie, quando confondiamo il motorsport come un gioco i cui protagonisti siano robot e non esseri umani. E con i se e con i ma… lo sappiamo.
A Barcellona un’oncia della F1 che fa bene è tornata sul teleschermo di casa nostra. Lo ha detto anche Lewis Hamilton, e lo ripetiamo qui, che i competitors ti danno una marcia in più. Questa F1 ha un potenziale inespresso e forse la vera necessità di trasformarsi in qualcosa di totalmente nuovo, americano a dirla in poche parole. Forse prima o poi ci riusciranno.
Nicola Puca
Fonte immagine in evidenza: webmagazine24