Che dire, ha vinto Lewis Hamilton (Mercedes) in un tipo di gara che da qualche tempo a questa parte avevamo dimenticato esistesse. Niente ha potuto impensierirlo, infatti, nei 66 giri del gran premio di Spagna che lo hanno condotto alla vittoria, fatta eccezione per il mancato Grand Chelem (col giro veloce rubatogli da Daniel Ricciardo e la testa della corsa da Verstappen durante le fasi di gara).
A confermare un vecchio copione il secondo posto di Valtteri Bottas, che malgrado le sbavature personali (20s da Hamilton al traguardo e con la stessa strategia) completa una doppietta Mercedes che ha il sapore del ritorno di fiamma e di una supremazia che è stata assoluta durante tutto il weekend.
Fiamma che pare abbia bruciato ancora di più a gran parte del circondario, con il polverone sollevato sul presunto favoreggiamento al team tedesco in seguito alla decisione di Pirelli di ridurre il battistrada degli pneumatici per ragioni di sicurezza. Un niente che è misurabile in circa 0.4 mm, ma che al colosso italo-cinese è sembrato necessario imporre per risolvere i problemi di blistering che su questa pista tutte le vetture (in particolare Mercedes) avevano accusato durante i test invernali. Tale fenomeno (a differenza del graining, legato all’usura) si verifica quando una particolare sezione di gomma, vicina alla carcassa, si surriscalda in modo anomalo provocando delle piccole bolle d’aria all’interno dello pneumatico che creano a sua volta un distaccamento della gomma. Surriscaldamento che dipende dalle condizioni meteorologiche (alta temperatura della pista e ambiente), dalla tipologia di mescola, dalla gommatura della pista e di rimando dal battistrada (la zigrinatura che riveste la superficie dello pneumatico, che serve ad assicurare un certo grip).
Sulla decisione, tuttavia, a giovarne sarà stato solo il team Mercedes (o quasi, come si è visto), che in inverno pativa in modo particolare il blistering e nelle ultime gare aveva faticato a trovare feeling con gli pneumatici. Nulla da eccepire, comunque, su una decisione ragionata sulla base di vari fattori, a partire dalla nuova asfaltatura del tracciato che – più liscio – in inverno e con temperature basse aveva già causato problemi di overheating, oltre che di poca aderenza. Chiaro a questo punto il motivo che ha spinto Pirelli a raccomandare questa variazione, arrivando forse un po’ in ritardo quando ormai i team avevano già deciso con quali set presentarsi al weekend.
Restando indubbio che vantaggi siano stati raccolti dalle due Mercedes di Hamilton e Bottas (che hanno fatto tesoro di una macchina ben bilanciata in tutti i settori del circuito) ad ogni modo va detto che la differenza si è sentita particolarmente fin dalla qualifica, dove non girando molto la distanza ha rappresentato un gap anche di motore piuttosto che solo di adattamento agli pneumatici.
Dopo i 10 cv “sbloccati” a Baku, infatti, le Frecce d’Argento hanno potuto beneficiare in Spagna di ulteriore potenza aggiuntiva che è servita ad Hamilton e Bottas per ottenere la prima fila. Un tempo praticamente in fotocopia quello realizzato dai due alfieri Mercedes, con una Ferrari che ha tenuto il passo con il solo Vettel e toppato con Kimi Raikkonen, il quale invece, ha spento le batterie (in tutti i sensi) non riuscendo ad andare oltre al quarto posto in griglia di partenza e a un ritiro in gara (calo di potenza).
Di diversa opinione chiaramente s’è dimostrata buona parte della tifoseria virtuale di F1 (oltre che cronisti dalla dubbia obiettività) che ha visto di colpo aumentare il distacco dato dalla Mercedes al resto della griglia e in particolare a Ferrari (che da 4 gare portava la migliore vettura in tutto il weekend) correndo prontamente al reclamo.
Intanto la decisione sulla modifica in medias res di tale parte del regolamento verrà mantenuta anche a Montecarlo, pista sulla quale diventerà rilevante soprattutto il discorso qualifica, con Red Bull che si candida a fare da terza incomoda forte di una gestione gomme a metà tra quella Mercedes e Ferrari.
Insomma, dopo che nelle ultime settimane c’è stato tanto da parlare a riguardo delle presunte irregolarità sull’utilizzo dell’olio in qualifica per la Ferrari (o delle alette–specchietti) stessa sorte toccherà a Mercedes, che resterà al centro delle voci di corridoio all’interno del Circus.
Duro compito sarà riconfermare, inoltre, un netto miglioramento anche sulla gestione della durata degli pneumatici. Basti pensare al solo Valtteri Bottas, che per la ‘gioia‘ del muretto Ferrari ha completato in Spagna uno stint di oltre 40 tornate su gomme medie senza avere cali di prestazioni e relegando difatti Sebastian Vettel ai piedi di un podio che la Ferrari ha nuovamente buttato con stile.
La Formula Uno – questo lo diciamo da anni – è lo specchio del progresso scientifico e tecnologico che l’automotive mette in atto ogni giorno, un banco di prova appetibile ai palati di ogni grande costruttore. Ed è per questo che non smetterà di sorprendere (in negativo molte delle volte) né diventerà un problema sopportare che ormai quello che vediamo è un motorsport in cui saper indovinare le gomme è più importante che imparare il regolamento. Magari quello che ti dice di tenere il birillo di limite pista alla sinistra e non alla destra, o che accelerare durante un testacoda è una cosa leggermente sconsigliata.
Nicola Puca
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