“Sono garantiti in Internet i diritti fondamentali di ogni persona riconosciuti dai documenti internazionali, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, dalle costituzioni e dalle leggi. Tali diritti devono essere interpretati in modo da assicurarne l’effettività nella dimensione della rete. Il riconoscimento dei diritti in Internet deve essere fondato sul pieno rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza e della diversità di ogni persona, che costituiscono i principi in base ai quali si effettua il bilanciamento con altri diritti”.

È con queste parole che comincia la bozza della Carta dei Diritti in Internet, elaborata da una commissione istituita dalla Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e pubblicata sul sito dell’istituzione, con la possibilità, pure, di contribuire e di proporre eventuali modifiche.

A presiedere l’elaborazione della Carta dei Diritti di Internet vi era Stefano Rodota e nella bozza vi è l’affermazione di numerosi principi, che sicuramente desteranno scalpore, ma anche piacere, visto ormai l’importanza di internet: si specifica, nel secondo articolo, che vi è il diritto all’accesso ad internet con tecnologie adeguate e sufficienti per evitare impedimenti insuperabili, con la specificità che lo Stato deve far di tutto affinché questi ostacoli siano rimossi, specie per coloro che sono disabili.

Il terzo articolo, invece, parla della neutralità della rete, dove l’utente deve essere libero che i dati che riceve e trasmessi non siano censurati o deformati per  “discriminazioni, restrizioni o interferenze in relazione al mittente, ricevente, tipo o contenuto dei dati, dispositivo utilizzato, applicazioni o, in generale, legittime scelte delle persone“.

È stata data anche rilevanza ai dati personali, che devono essere tutelati, la cui diffusione ha bisogno di un consenso, che può essere sempre revocato, che non vi sia l’utilizzo improprio di questi dati: questo sicuramente farà discutere, visto l’uso che i social network ne fanno quotidianamente per le pubblicità e simili.

Nel campo processuale, invece, salvo specifiche di legge, sarà necessaria l’autorizzazione del giudice non solo per intercettare comunicazioni elettroniche, ma anche per accedere, localmente o in remoto, a PC, elaboratori e simili.

Rilevanza anche al diritto all’oblio, dove “ogni persona ha diritto di ottenere la cancellazione dagli indici dei motori di ricerca dei dati che, per il loro contenuto o per il tempo trascorso dal momento della loro raccolta, non abbiano più rilevanza”,  sicuramente utile per evitare che il proprio passato, anche dopo molti anni, possa impedire l’usufruire dei propri diritti.

Spazio alla libertà di parola e di manifestazione del proprio pensiero, dove: “Non sono ammesse limitazioni della libertà di manifestazione del pensiero; deve essere garantita la tutela della dignità delle persone da abusi connessi a comportamenti negativi, quali l’incitamento all’odio, alla discriminazione e alla violenza”.

Infine l’invito al settore pubblico, che deve farsi carico di istruire i cittadini a poter usufruire di questo diritto, per l’utilizzo di internet in modo consapevole e attivo, affinché gli individui possano vedere “concretamente garantiti lo sviluppo di uguali possibilità di crescita individuale e collettiva

Fabio Scala

Quotidiano indipendente online di ispirazione ambientalista, femminista, non-violenta, antirazzista e antifascista.

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