L’influenza non rappresenta solo l’occasione, ironicamente parlando, di restare qualche giorno a casa in pieno inverno. Piuttosto rappresenta uno dei più grossi rompicapi della ricerca nonche un fattore di rischio elevato per anziani, bambini e persone affette da diverse patologie.
L’influenza si presenta puntuale ogni anno, costringendo a letto e, nei casi peggiori, al ricovero migliaia di persone solo nel nostro paese. La sfida più grande per i ricercatori è in qualche modo quella di giocare d’anticipo, producendo nei tempi giusti un vaccino per il ceppo che si ritiene più diffuso per la stagione a venire.
Ma non sempre questo riesce, perché la previsione del ceppo prevalente di influenza non è così semplice ed immediata.
Innanzitutto perché la lotta all’influenza si basa appunto sulla previsione. Lo studio dei dati statistici degli anni precedenti permette di ipotizzare con un buone percentuali di successo quale sarà il ceppo di virus influenzale che quell’anno colpirà la popolazione.
Ma non sempre, come accennato, il successo è sicuro. Ne è un esempio il caso, ormai famoso, dell’anno 2014\15 quando il ceppo A/H3N2 non fu identificato per tempo con la conseguenza messa in commercio di vaccini pressochè inefficaci. Questo produsse in tutto il mondo un’impennata del picco di mortalità da influenza e ovviamente tante polemiche, compresa un’ulteriore spinta al “complotto del vaccino”, che oggi purtroppo continuiamo ad osservare.
Oggi però la scienza, in particolare la bioinformatica, potrebbe avere in pugno la soluzione all’annosa questione dell’influenza, a seguito di una vera e propria progettazione al computer di un vaccino universale, che se funzionerà sgombrerà definitivamente il campo dall’identificazione dei ceppi.
La tecnica sviluppata dagli scienziati delle università di Birmingham, Lancaster e Madrid si basa sull’utilizzo degli epitoti, piccoli frammenti di virus conosciuti in grado di essere riconosciuti ed attaccati dal nostro sistema immunitario.
L’utilizzo dell’informatica ha permesso l’analisi di un immenso campionario di epitoti, permettendo quindi di schematizzare un prodotto unico in grado di immunizzare da praticamente tutti i ceppi di virus dell’influenza che conosciamo o che perlomeno hanno già prodotto epidemie in precedenza.
Un connubio importante quindi quello tra informatica e virologia che permette di lavorare in maniera innovativa, quasi pionieristica, e di affrontare una mole di dati che invece richiederebbe anni di sperimentazioni.
Il vaccino in questione è tuttora soltanto un progetto molto avanzato, ma i dati in possesso dei ricercatori dimostrano che è in grado di proteggere dall’influenza almeno l’88% della popolazione mondiale.
Quanto ci sarà da aspettare ancora non è noto, ma è intenzione dei ricercatori iniziare prima possibile una sperimentazione e soprattutto avviare una produzione con una casa farmaceutica disposta a mettere in commercio un prodotto così rivoluzionario.
Qui ovviamente si aprirebbe una polemica ormai abbastanza nota, che riguarda il rapporto tra le case farmaceutiche e le cure per ogni determinata patologia, compresa l’influenza.
La logica vorrebbe che produrre un vaccino risolutivo, che elimini gli annuali mesi di sperimentazione e ricerca per l’individuazione del ceppo sia poco vantaggioso economicamente, ma non bisogna dimenticare che mettere in commercio un prodotto del genere, direzionato verso miliardi di utenti, è cosa non da poco.
Quali che siano i retroscena della produzione non bisogna dimenticare che l’influenza rimane sempre una patologia che uccide migliaia di persone ogni anno, nonostante noi, nati dalla parte fortunata del globo, spesso non ce ne rendiamo conto e sottovalutiamo il tutto.
Nel frattempo, augurandoci che qualcosa di definitivo arrivi prima possibile, l’importante è continuare a credere alla ricerca e al progresso e soprattutto al fatto che i vaccini salvano ogni anno milioni di persone da un ampio range di patologie. Dobbiamo con forza diffidare dalla disinformazione che oggi si è fatta strada spinta dall’allarmismo e dall’opportunismo di alcuni, dobbiamo tornare a sostenere ciò che è ufficiale e di valore, al lavoro di persone preparate e geniali. Perché altrimenti regrediamo che si parli di influenza o di qualsiasi altra cosa.
Mauro Presciutti