Chiesti 16 anni di reclusione per l’ex sottosegretario all’economia, Nicola Cosentino. Accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, era il referente politico del clan dei Casalesi

Il Pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia, Alessandro Milita, ha concluso così la seconda e ultima udienza dedicata alla requisitoria nell’ambito del processo “Eco4” che vede l’ex sottosegretario all’economia nonché ex coordinatore campano del Pdl, Nicola Cosentino, colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l’accusa Cosentino sarebbe il referente del clan camorristico dei Casalesi.

Ulteriori accuse si aggiungono a carico di Cosentino, il quale da tempo deve rispondere a svariate condanne nei diversi processi nei quali è imputato. L’ex parlamentare è, infatti, accusato di molteplici reati tra cui, estorsione, concorrenza sleale aggravata dalla finalità camorristica e corruzione. Nel giugno scorso l’ex parlamentare ha ricevuto la prima condanna a 4 anni di reclusione per aver procurato favori e denaro ad un agente della polizia penitenziaria, all’interno del carcere dove era detenuto, al fine di ricevere beni e visite non consentite.

Il processo Eco4, in corso presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, riguarda affari illeciti e manipolazioni delle gare d’appalto sui rifiuti e vede una politica corrotta fiancheggiare l’interesse economico della camorra. L’accusa sollevata dalla Dda a Cosentino si esprime nell’aver stretto “un patto con il clan camorristico dei Casalesi in cambio di favori elettorali”.

La dura arringa dell’accusa è durata all’incirca 6 ore, ore utili al p.m Milita per fornire un quadro completo della collusione dell’ex sottosegretario con gli esponenti della criminalità organizzata. Secondo la Procura Cosentino sarebbe stato sin dal 1980 il referente politico dei clan Casalesi. Un legame politico-mafioso che quest’ultimo avrebbe ereditato dal padre, al tempo “amico” del clan. Il sodalizio dura ancora oggi e tra giochi di favori sembra persino essersi rafforzato nel tempo.

Dopo una lunga attività di indagine dedita alla raccolta di prove inconfutabili, nel corso del processo – come riporta Il Fatto Quotidiano- si è sostenuta la tesi secondo la quale l’ex parlamentare di Forza Italia offriva la possibilità di partecipare ai proventi delle assunzioni e degli appalti del ciclo dei rifiuti ricevendo in cambio sostegno elettorale da parte del clan. Ciò avrebbe favorito l’ascesa politica dell’imputato.

Il pubblico ministero aggiunge inoltre che Cosentino avrebbe manipolato le assunzioni all’interno del “Consorzio Caserta4” (l’ente pubblico che nella prima decade del 2000 si occupava della gestione dei rifiuti nel Casertano). Attraverso la persona di Valente, il presidente del consorzio, avrebbe fatto assumere con soldi pubblici determinate figure nei periodi pre-elettorali indirizzando così, l’esito delle elezioni nei comuni che facevano parte del bacino del consorzio.

Lunga è la lista di accuse a cui Nicola Cosentino dovrà rispondere, lunga quanto la condanna che dovrà scontare per aver scelto di vivere una vita dedita all’illegalità. La prossima udienza è prevista il 27 ottobre prossimo, giorno in cui la difesa pronuncerà la sua arringa.

Federica Pia Mendicino 

 

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