A Motegi inizia il rush finale che porterà i concorrenti alla vittoria del titolo mondiale. Un titolo combattutissimo che sembra vedere favorito Marc Marquez. Ad agevolare il suo cammino ci ha pensato poi la partenza dalla terza posizione conquistata in terra nipponica, al fianco di Petrucci ( 2°) e Zarco (1°) e i risultati negativi dei suoi inseguitori. Dovizioso, infatti, distante 16 punti in classifica piloti dall’iberico, parte in nona posizione a Motegi. Peggio di lui sono riusciti a fare gli inseguitori YamahaRossi, dodicesimo in Giappone, inizia malissimo questa fase finale di un mondiale, che visti i 56 punti di distacco da Marquez, sembra impossibile da conquistare. Disastroso Viñales, terzo in classifica e che addirittura partirà dalla quattordicesima posizione. C’è poi un Pedrosa che, silenziosamente, da quarto in classifica, sta risalendo posizioni a suon di prestazioni. Per lui partenza dalla sesta piazza, tanta speranza e voglia di dare del filo da torcere al suo compagno di scuderia.

Le Honda: Sembra la Juve del 2016. Una squadra che partì male e che poi si ritrovò a vincere il quinto scudetto di fila. Marquez e il suo team, proprio come quel gruppo, iniziano malissimo la stagione, ma gara dopo gara risalgono e dimostrano con le loro strategie, accuratamente studiate, e con il loro carattere, per nulla arrendevole, di essere i migliori. Il Marquez di oggi non è più il ragazzino immaturo che pur di vincere commetteva qualche errore. Può essere paragonato ad un pitone. Stritola i suoi avversari, dandogli prima il tormento e poi finendoli, quasi sempre agli ultimi giri. Chiedere a Petrucci che per questo motivo a Misano si è visto sfuggire all’ultimo giro la possibilità di vincere e che domani, partendo dalla seconda posizione, avrà tutta la voglia di riprovare quel miracolo, anche se sarà difficile. Già perché Marquez vola con quella Honda arancione. Un moto incredibilmente potente, in grado di tener testa ad una Ducati che sotto il profilo meccanico sembra aver realizzato una moto molto simile a quella con cui Stoner costruì i suoi successi.

Marquez

Ad agevolare la straordinaria condizione di Marc ci ha pensato poi quel pizzico di  fortuna, che secondo una tesi tutta machiavellica, aiuta giovani e audaci, caratteristiche proprie del pilota spagnolo. Perché in una giornata in cui lui fa benino, gli avversari fanno malissimo.Il migliore risulta infatti essere il suo miglior nemico Pedrosa, sesto che silenziosamente sta risalendo la classifica. Per lui la fortuna è più guicciardiniana. Serve puntare sull’esperienza ed avere prudenza per poter scrutare quel particolare che gli permetta di compiere un miracolo sportivo distante circa 54 punti.

Le Ducati: Di desmosedici così se n’erano viste poche. Una moto incredibilmente forte che sta dimostrando tutta la sua crescita con Dovizioso. L’italiano, però, non viene da un buon momento. Troppe piccole difficoltà, troppi piccoli errori che se messi insieme sembrano una montagna più grande dell’Everest. Sedici punti sono pochi in MotoGP, ma una partenza dalla terza fila a questo punto del mondiale rischia di compromettere gravemente una stagione. Dovi dovrà trovare la partenza perfetta se vuole realmente tenere vive le speranze di vincere il suo primo titolo mondiale in barba ad un Marquez che, invece, ne ha già vinti due. Servirà poi quella pioggia che in tanti stanno invocando, che se accompagnata da una perfetta condizione delle moto, può agevolare non poco la sua performance, visti gli strepitosi tempi registrati nelle libere in analoghe condizioni.

Andrea Dovizioso
Andrea Dovizioso

A conferma della grandezza di questa moto c’è Jorge Lorenzo, un pilota che dopo qualche difficoltà iniziale, sta riportando ottime prestazioni, specie in avvio, che se abbinate alla continuità rischiano di renderlo l’outsider di questo finale di stagione.

Le Yamaha: Potenzialmente le più forti, ma di fatto le più deludenti. Prestazioni discontinue. A gare perfette alternano gare disastrose (vedi Barcellona). Continui problemi e difficoltà tecniche che hanno creato numerosi problemi ai propri piloti. Viñales per gran parte della stagione primo in classifica, adesso terzo e a 28 punti da Marquez, non vince da maggio e i podi non arrivano da agosto. Troppo poco per uno che aspira al titolo, la cui situazione è sicuramente aggravata dalla quattordicesima posizione rimediata nelle qualifiche di Motegi.

Situazione ancora più complessa per Rossi. La partenza dalla dodicesima posizione e la sua precaria condizione fisica dopo l’infortunio di settembre rendono una possibile rimonta ancora più difficile. Un tentativo come suo solito, però, il Dottore lo farà, specialmente se dovesse esserci pioggia, che potrebbe (e non poco) agevolare la sua M1 gialla. Pioggia che fino a questo momento si è mostrata più nemica che amica del dottore come in Austria o in Francia.

Nel frattempo, però, non resta che mettersi comodi in poltrona ed godersi il rush finale del mondiale di MotoGP più avvincente e rocambolesco degli ultimi anni.

Fonte immagine in evidenza: Liberopensiero.eu

Giovanni Ruoppo

 

 

 

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