Curiosa e interessante è la fitta rete di gallerie che si dirama nel sottosuolo del centro antico di Napoli, luogo pieno di leggende, misteri e tradizioni. L’entrata per questo suggestivo “mondo sotterraneo” è situato in Piazza San Gaetano, oltre la cancellata scura ci si addentra nel mistico e magico mondo di “Napoli Sotterranea”. I tunnel e le gallerie presenti ancora oggi fanno parte degli antichi acquedotti della città, luoghi in cui dal sottosuolo gli abitanti di Napoli anticamente attingevano il materiale utile alla costruzione degli edifici presenti in superficie.
I cunicoli di Napoli Sotterranea vennero utilizzati anche come rifugio durante le guerre. Alcune diramazioni dei tunnel segreti hanno origini antichissime, risalgono molto probabilmente alla presenza della civiltà greca sul territorio nostrano intorno al IV secolo a.C., quando la città prendeva il nome di Neapolis. Numerose leggende vogliono che proprio dalle gallerie del sottosuolo provenivano in città i monacielli, spiritelli buoni e maligni che infestavano la città e spaventavano la gente del centro antico. Questi stessi spiritelli corrispondo agli gnomi o alle fate delle antiche tradizioni degli altri paesi d’Italia.
Il mistero di Napoli non finisce qui ma continua ad esempio nella Cappella Sansevero, chiesa sconsacrata, divenuta un museo di ogni tipo di oggetti tra cui alcune statue e reperti antichi curiosi e affascinanti per gli esperti. Le statue, raccolte dal Principe di San Severo, Raimondo de Sangro, sembrano essere state realizzate e scolpite con una particolare arte alchemica. Soffermandosi nel dettaglio su una delle statue più particolari come la cosiddetta statua de Il Disinganno, opera del genovese Francesco Queirolo, si nota che l’oggetto della realizzazione è un uomo avvolto da una rete, la quale si adagia al corpo. Si dice che il principe avesse trovato un modo per trasformare la stoffa in marmo e un esempio di questo “miracolo” potrebbe essere il celebre Cristo velato, presente nella stessa cappella, realizzato dal napoletano Giuseppe San Martino.
Un altro interessante luogo del mistero è situato nel sobborgo di Posillipo, nei pressi della Chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, vicino la stazione ferroviaria di Mergellina, zona in cui sorge il Parco della Tomba di Virgilio. Secondo l’antichissima tradizione latina il grande poeta dell’Eneide fu anche un maestro di arti magiche, mistiche ed esoteriche. Virgilio avrebbe riunito un gruppo di discepoli apprendisti stregoni nella sua scuola di magia, situata sull’Isola della Gaiola, proprio di fronte al Parco di Posillipo, lì dove ancora oggi è situata la “Casa del Mago” o “Scuola di Virgilio”.
Leggende e superstizioni raccontate dagli anziani dotti dichiarano che il maestro latino trovò una bottiglia nella sua vigna, all’interno della quale erano stati imprigionati «dodici diavoli che, in cambio della libertà, gli insegnarono tutti i segreti delle arti magiche». Pare ancora che i diavoli liberati gli rivelarono anche il nascondiglio del Libro magico di Salomone. Si tratta solo di una misteriosa leggenda oppure dietro il racconto si nasconde la verità?
Valentina Labattaglia