Il centro di accoglienza “Il sorriso” di Tor Sapienza è “casa loro”: così i 14 ragazzi sgomberati ieri dal centro hanno giustificato il loro ritorno nel luogo nel quale fino a ieri sono cresciuti. Sono arrivati da soli, scappati da dove erano stati sistemati e con in mano un sacco di plastica che conteneva i loro vestiti: “siete le nostre mamme e i nostri papà, vogliamo tornare qui e riprendere a frequentare i nostri corsi con voi” hanno detto i minorenni agli operatori.

Ma le porte sono sbarrate: la direttrice del centro Gabriella Errico nega loro l’accesso al centro mentre dall’altro marciapiede i residenti gridano di andar via. “Non li vogliamo” echeggia in viale Morandi, mentre i ragazzi vengono costretti nuovamente ad allontanarsi e vengono accompagnati in nuove strutture.

In mattinata era attesa la visita del leghista Borghezio, che era stato candidato nella circoscrizione centro alle ultime europee e che è considerato molto vicino a Casapound e all’estrema destra romana: “Incontrerò gli abitanti del quartiere che difendono il loro sacrosanto diritto a vivere nella sicurezza e nella tranquillità, portando loro anche la solidarietà del segretario Matteo Salvini” aveva infatti annunciato. Tuttavia l’incontro non sembra essere avvenuto, riducendosi presto ad un appuntamento con i giornalisti in un bar non lontano dal centro. “Non voglio rompere le scatole al centro o a chi non mi ha invitato” si giustifica l’europarlamentare.
“Non vorrei che domenica arrivasse un richiamo ai romani dalle autorità religiose e non solo, affinché siano più ospitali e accoglienti verso gli immigrati” ha poi detto ai giornalisti, “in quel caso, la Lega, nel giro di 24 ore, sarebbe pronta a distribuire l’elenco dei sontuosissimi palazzi di proprietà della Chiesa che potrebbero ospitare migliaia di rifugiati”. Precisa poi il riferimento ai rifugiati e non ai “clandestini, che vanno cacciati a calci nel sedere”.

Il parlamentare europeo in un’intervista all’agenzia Adnkronos attacca poi la gestione della capitale operata dal sindaco Ignazio Marino, che definisce un “marziano a Roma”, e si dice sicuro della caduta imminente della sinistra con forti possibilità di avere un sindaco legato al Carroccio anche se romano e “scelto dai romani”, non escludendo che il nome possa provenire dalla società civile o da Casapound, movimento di estrema destra sempre più legato alla nuova Lega di Matteo Salvini. Borghezio si dice “convertito alla stima nei confronti del popolo romano. Non lo conoscevo, ora lo conosco bene e ho una grande fiducia”, merito della campagna elettorale condotta durante le elezioni europee.

Anche il leader dell’opposizione capitolina, l’ex sindaco Gianni Alemanno, si scaglia contro il Sindaco ventilando l’ipotesi di una mozione di sfiducia in cui l’opposizione possa ritrovare compattezza. Marino viene descritto infatti come un sindaco incapace di gestire il disagio crescente delle periferie, nelle quali la situazione è disastrosa e Tor Sapienza risulta essere la punta di un iceberg del quale l’amministrazione capitolina ignora, a dire dell’ex inquilino del Campidoglio, l’esistenza. “Duro con i romani e inesistente con gli immigrati” chiosa infine l’esponente di Fratelli d’Italia.

Roberto Davide Saba

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