Napoli – Camorra e imprenditoria, un connubio che funziona ancora. E’ partita una nuova inchiesta della Dda, insieme alla Squadra Mobile e con il contributo del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, che ha smascherato l’ennesima infiltrazione camorristica nella sanità partenopea.
Sanità. Loro, i camorristi, sono i Capitoni, il clan Lo Russo, che bene si è nascosto fino ad oggi tra i bambini pazienti del Santobono Pausilipon di Napoli. A quanto risulta dalle indagini condotte dai pm della Dda, Henry John Woodcock ed Enrica Parascandolo e coordinata dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice, alcuni funzionari pubblici dipendenti della suddetta Azienda ospedaliera favorivano una società di pulizia nelle mani del clan Lo Russo. Si parla della Kuadra spa, co-gestita da imprenditori e amministratori pubblici insieme ai Capitoni del clan. “Diversi familiari dei Lo Russo, assunti dalla società, non prestavano alcuna attività lavorativa, percependo regolarmente gli stipendi con conseguente versamento nelle casse del clan camorristico di ingenti somme di denaro. Al riguardo, come anche confermato dai collaboratori di giustizia, gli importi versati al clan dalla società e dai suoi amministratori ammonterebbero a circa 40 mila euro al mese” ha rivelato il procuratore aggiunto, Filippo Beatrice.
Grazie al connubio camorristico, la Kuadra spa era in grado di aggiudicarsi diversi appalti per i servizi di pulizia in numerose aziende della sanità, tra tutte soprattutto nell’ospedale pediatrico Santobono Pausilipon, grazie ai favori di funzionari corrotti e alla “forza persuasiva” dei Lo Russo.
12 le persone coinvolte: in manette tra gli affiliati del clan camorristico sono Giulio De Angioletti, Antonio Festa, Giuseppe Lo Russo, Mario Lo Russo, Vincenzo Lo Russo e Francesco Orru, e ancora l’imprenditore Riccardo Lama; condannati agli arresti domiciliari, invece, Giuseppe Ariello, Pasquale Laudano, Luigi Solitario, consulenti della società Kuadra spa, il direttore tecnico dell’Azienda ospedaliera Santobono, Salvatore Quagliariello, Gaetano Russo, funzionario amministrativo dell’Azienda ospedaliera. I 12 dovranno rispondere per il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione a delinquere di tipo mafioso, corruzione, turbata libertà degli incanti, detenzione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, estorsione.
Di routine per i clan camorristici l’infiltrazione nelle aziende e nel tessuto economico legale per incrementare i propri affari e, come è evidente, sempre più frequente anche il connubio con il settore della sanità, sempre più esposto alla corruzione mafiosa. Già da tempo tale dualità era stata denunciata da Luigi Cantone, magistrato anticorruzione, ed è ormai sotto gli occhi di tutti. Non si può più fingere di non vedere, si fa forte la necessità di dotarsi di leggi serrate per ostacolare l’inquinamento della pubblica amministrazione.
“Occorrono la massima attenzione, trasparenza e controllo da parte di tutte le istituzioni per costruire un argine contro le infiltrazioni dei clan nella pubblica amministrazione”, si spende sulla questione il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Vincenzo Viglione, segretario della Commissione Anticamorra.
Lucia Ciruzzi