Oggigiorno i telefoni cellulari sono diventati il mezzo principale di interazione e rappresentano per molti una sorta di finestra sul mondo. Vengono utilizzati per telefonare, inviare messaggi, postare sui social, scattare foto, registrare video, giocare, ascoltare la musica, ricevere indicazioni stradali, ecc. Sicuramente sono oggetti molto utili, ma per qualcuno l’utilizzo del proprio smartphone sta diventando una vera e propria dipendenza tanto da provare sensazione di panico in caso di mancanza.
Il termine scientifico per indicare la paura incontrollata di rimanere sconnessi dal contatto con la rete mobile è nomofobia (dall’inglese no-mobile-phone-phobia). I nomofobi avvertono stati di forte ansia quando rimangono a corto di batteria o di credito, senza copertura di rete oppure senza il cellulare. Mancanza di respiro, vertigini, tremori, sudorazione, battito cardiaco accelerato, dolore toracico e nausea sono alcuni dei sintomi di tale patologia.
Per evitare questi stati di forte apprensione i soggetti affetti da nomofobia mettono in atto una serie di comportamenti protettivi come ad esempio controllare frequentemente il credito affinché non venga bloccato WhatsApp e l’accesso ad Internet, utilizzare le reti reti wi-fi per evitare di consumare i Mb del proprio abbonamento o ricaricabile, portare un caricabatterie di emergenza e dare ai familiari un numero alternativo.
Secondo un recente studio condotto in Gran Bretagna su 2163 persone intervistate è risultato che il 55% ha citato il bisogno di tenersi in contatto con amici e familiari. Il 58% degli uomini e il 48% delle donne soffrono di nomofobia, il 9% degli esaminati è stressato quando il cellulare è fuori uso e più di un nomofobo su due non spegne mai il cellulare e lo utilizza in posti generalmente inappropriati. I giovani sono i soggetti prevalentemente a rischio di sviluppare questa nuova forma di dipendenza patologica: più di sei ragazzi su dieci tra i 18 e i 29 anni va a letto con lo smartphone al proprio fianco.
Nonostante nel termine nomofobia compaia la sigla ”fobia” e che alcuni tra i sintomi sono simili a quelli del disturbo d’ansia gli psicologi la considerano una dipendenza patologica e pertanto non esiste una vera e propria cura. Gli esperti consigliano di autoistruirsi ad un rapporto equilibrato con il telefonino evitando di utilizzarlo troppo. Concedersi di tanto in tanto una pausa, uscire all’aria aperta e incontrare i propri amici può essere molto confortante. Una vita reale è, sicuramente, più gratificante di una immaginaria.
Vincenzo Nicoletti