Kimi Raikkonen non sarà più un pilota Ferrari nel 2019, al suo posto il ventunenne pilota monegasco Charles Leclerc. Vincitore all’esordio di entrambe le categorie inferiori tra Formula 3 e GP 2 e dal 2016 entrato nel radar del Cavallino, Leclerc sarà il più giovane pilota dopo Ricardo Rodriguez nel ruolo di guida ufficiale Ferrari. E il primo a tutti gli effetti a entrare in prima squadra dalla Ferrari Driver Academy, programma nato con lo scopo di preparare i giovani piloti all’approdo in Formula Uno.
Il progetto nacque nel 2009 ed è coordinato tutt’ora da Massimo Rivola; fu infatti la crescita e maturazione che Felipe Massa dimostrò di aver raggiunto in Rosso (dopo l’esordio in Sauber) a convincere il management alla creazione di un vero e proprio programma di sviluppo che avrebbe avvicinato la Ferrari ad altri top team. Red Bull su tutte, che a Monza un anno prima scopriva Sebastian Vettel e che di lì a poco ci avrebbe costruito le fortune di 4 campionati.
In Academy sono passati piloti come Sergio Perez, nonché lo stesso Jules Bianchi che la F1 (e chissà forse la stessa Ferrari) ha perso ormai tre anni fa. La scelta, invece, di Charles Leclerc è sicuramente ambiziosa per il futuro del team, dato che dopo le rapide e fuggenti esperienze nelle minors, il monegasco si appresta a concludere solo il suo primo anno in F1 all’Alfa Romeo-Sauber. Cinque volte a punti fino a Monza (tra cui un sesto posto a Baku) e in evidente spolvero rispetto a Ericsson, nonostante all’alba del confronto il compagno vantasse molta più esperienza nella massima serie.
Una decisione che capovolge totalmente i canoni che la Ferrari da tempo rispetta nell’assunzione di un pilota, soprattutto in quanto a età e a esperienza nella massima serie. L’ultima volta fu nelle prime battute dell’era Marchionne, e si ritenne di dover affiancare a Kimi Raikkonen un altro pilota esperto e vincente (Sebastian Vettel). Due piloti campioni del mondo, fondamentali per lo sviluppo della macchina e la crescita che indubbiamente ha caratterizzato il team nell’ultimo biennio. Al finnico il compito di fare gli onori di casa e aiutare il compagno a integrarsi nel nuovo box, lasciandolo indirettamente calare nel ruolo di prima guida deciso per lui dal team. Finiva il mandato di Fernando Alonso, che a sua volta anni prima costrinse ad appiedare lo stesso Raikkonen durante il caso Santander.
Charles Leclerc ha grosse potenzialità, oltre ad un enorme temperamento che lo porta facilmente ad adattarsi agli ambienti in cui lavora. In Ferrari sarebbe arrivato comunque prima o poi, forse dopo una gavetta ulteriore di un anno. Egli stesso, infatti, confessò che il salto in F1 è stato superiore alle sue aspettative, eppure le prestazioni e i risultati sono migliorati volta per volta tanto da guadagnarsi la Ferrari: “Pensavo sarebbe stato difficile, ma non così. Oggi un debuttante in F.1 ha più problemi rispetto al passato, perché una volta i piloti potevano debuttare dopo aver percorso parecchi km di prove, oggi invece no. Le prove le fai al simulatore e poi quando entri in macchina davvero, devi scoprire tutto un mondo nuovo. Non fai molti km di test, per cui arrivi alla prima gara che guidi a intuito, a sensazioni, scopri giro per giro come va una F.1″.
Kimi Raikkonen invece, siederà sulla Sauber, lì dove esordì prima di passare in McLaren e Ferrari, e questa volta potrà farlo come prima guida. Essenzialmente si tratta di una retrocessione, e il copione ricorda vagamente la vicenda di Fernando Alonso degli ultimi anni. Ancora una volta e anche se dal basso, il finlandese offrirà un enorme contributo allo sviluppo di un progetto in netto miglioramento e rispetto a cui secondo alcuni il suo interesse potrebbe non fermarsi solo alle piste. Non sarà da meno anche alla Ferrari, soprattutto qualora gli si dovesse affiancare Antonio Giovinazzi.
“Io, in primis, ho voluto questo cambiamento – ha dichiarato Maurizio Arrivabene -, è piuttosto semplice. Basta vedere la situazione della squadra negli ultimi due o tre anni per giustificare la nostra scelta. È meglio per la Ferrari”.
Kimi Raikkonen è un pilota controverso e sicuramente lontano dagli atteggiamenti tipici di diversi suoi colleghi, mai incline ad aperture e, malgrado ciò e i pochi follower su Instagram, unico nel suo stile, sostenuto e amato in tutto il mondo.
Ha vinto meno di quanto avrebbe dovuto, e in più di un’occasione la Ferrari gli ha dimostrato meno del rispetto che avrebbe meritato anche solo per essere stato l’ultimo protagonista iridato nel team. Dopo il rally e l’esperienza in Lotus, decise di rivestirsi di rosso e da allora si sono alternati alti e bassi all’ombra di Fernando Alonso, prima, e di Sebastian Vettel, poi. Entrambi investimenti importanti del team, ed entrambi tendenti al controllo da protagonisti del box, hanno relegato al ruolo di scudiero e uomo-squadra un pilota la cui diligenza, voglia e riconoscimento non sono mai stati da meno alla sua umiltà.
Kimi Raikkonen doveva andar via prima dalla Ferrari (forse mai tornarci), e il team ha avuto diverse volte negli ultimi anni la possibilità di congedarlo, soprattutto dopo il Mondiale sfiorato da Vettel.
Paradossalmente i suoi risultati sono andati migliorando da quando sono sopraggiunti i primi black out del compagno di squadra, che da protagonista pare che possa perdere di credibilità all’interno del team da un giorno all’altro, per demeriti suoi e di un muretto che pure di fronte all’asservimento di metà del box ha dimostrato di non essere all’altezza della situazione (tanto da comunicare a Raikkonen del suo futuro proprio prima di Monza, gran premio decisivo).
Si chiude una trade che, a conti fatti, fa il bene del team e ricuce alcune delle ferite che si sono scavate nella corazza di Kimi Raikkonen. Non cancella però gli errori che la scuderia ha accumulato nel tempo con la gestione del suo pilota meno veloce, ma più rappresentativo. Charles Leclerc dovrà giocarsi la possibilità di essere un protagonista, nonostante la presenza ingombrante di Sebastian Vettel, con quest’ultimo che potrebbe anche patire molto la concorrenza (si veda l’ultima volta con Ricciardo). E se non sarà così, qualcuno potrebbe arrabbiarsi. Altro che Iceman, poi.
Fonte immagine in evidenza: supersport
Nicola Puca