L’umanità ha perso un altro dei suoi figli prediletti: è scomparso, all’età di 83 anni, Giovanni Reale, grandissimo storico della Filosofia, uno dei maggiori interpreti italiano del pensiero antico.
LA FORMAZIONE – Nato a Candia Lomellina (Pavia) nel 1931, Giovanni Reale ha frequentato il Ginnasio e Liceo Classico Statale a Casale Monferrato per poi proseguire gli studi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Una volta laureatosi, sotto l’egida di Francesco Olgiati, ha continuato a migliorarsi recandosi in Germania (Monaco di Baviera e Marburgo). Ha insegnato Filosofia Morale e Storia della Filosofia all’Università di Parma, Storia della Filosofia Antica all’Università Cattolica di Milano -dove ha fondato il “Centro di Ricerche di Metafisica”- per poi passare nel 2005 alla San Raffaele, sempre nel capoluogo lombardo, dove, oltre a insegnare alla facoltà di Filosofia, si è concentrato principalmente sullo studio di Platone e sul contributo dato dal greco al pensiero della civiltà occidentale.
IL PENSIERO – “(…)i primi pensatori della Patristica [hanno] utilizzato categorie filosofiche greche”: la Filosofia greca, secondo la tesi del Reale, ha originato quel particolare modo di pensare che ha permesso la nascita e il successivo sviluppo della scienza e della tecnica della civiltà occidentale; inoltre, come ha sostenuto Cornelia Johanna De Vogel (1905–1986), Giovanni Reale ha spesso agito “controcorrente”: sosteneva, ad esempio, la sostanziale trascendenza del pensiero di Plotino riguardo l’Uno, in netta opposizione a Eduard Zeller (1814-1908), il quale vedeva nel padre del neoplatonismo il principale esponente del panteismo e dell’immanentismo.
Uno degli aspetti più interessanti degli studi del Reale riguarda probabilmente la sua nuova interpretazione della figura di Socrate: il pensiero sull’ateniese si era fermato a Olof Gigon (1912-1988) che predicava l’impossibilità della conoscenza certa su Socrate. Il Reale non solo si è prodigato per tentare di sbrogliare l’enorme matassa delle testimonianze degli allievi di Socrate sul loro maestro ma ha anche genialmente intuito che il concetto di ψυχή (psyché, che può generalmente essere tradotto con il termine “anima”) non è nato con l’avvento della religione cristiana; anzi, “per certi aspetti il concetto di anima e di immortalità dell’anima è contrario alla dottrina cristiana, che parla invece di risurrezione dei corpi (…) il concetto di psyche è una grandiosa creazione dei greci. L’Occidente viene da qui. ”.
Sono dunque innegabili i legami che la dottrina cristiana -e il pensiero occidentale in generale- ha con la filosofia greca: nei suoi confronti tra la metafisica antica e moderna, il Reale si occupa principalmente di Platone e del suo essere uno dei padri delle ἄγραφα δόγματα (dottrine non scritte). D’altra parte, “posso dire di tutti quelli che hanno scritto e scriveranno dicendo di conoscere ciò di cui io mi occupo per averlo sentito esporre o da me o da altri o per averlo scoperto essi stessi, che non capiscon nulla, a mio giudizio, di queste cose. Su di esse non c’è, né vi sarà, alcun mio scritto”. Un Platone orale, un Platone che invita a ricercare la sua filosofia non negli scritti “perché non è, questa mia, una scienza come le altre: essa non si può in alcun modo comunicare, ma come fiamma s’accende da fuoco che balza”
Come ha detto Dario Antiseri, riferendosi a Giovanni Reale, “un carissimo amico e un maestro rigoroso e appassionato. I suoi lavori su Platone sono fondamentali, ma era anche molto attento agli sviluppi della filosofia contemporanea. Era una persona esemplare, lascia una grande eredità intellettuale e morale”.
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Fonte citazioni: parole di Giovanni Reale tratte da “G. Reale, Storia della filosofia antica, Vita e pensiero, Milano 1975”; parole di Platone tratte dalla “VII Lettera”, Platone; parole di Dario Antiseri tratte da “www.lastampa.it”
Luigi Santoro