Si discute spesso della straordinaria capacità del mezzo fumettistico di adattarsi a situazioni comunicative diverse e di disporsi a molteplici possibilità d’impiego, ma esempi concreti della sua efficacia di medium possono essere letti nella maniera sorprendente di approcciarsi a contenuti particolarmente complessi, come quelli della scienza, con risultati oltremodo illuminanti.

Negli ultimi anni, infatti, è stata particolarmente incoraggiante la diffusione degli Science Comics, opere in cui il rigore della ricerca scientifica si fonde all’immaginazione e alla creatività del disegno e della fiction narrativa.
Del resto, chi si occupa di scienza sa che per guardare ben più in là del proprio naso e non porre limiti alla conoscenza è necessario avvalersi di un atteggiamento dinamico, aperto ai cambiamenti e alla sperimentazione di percorsi e di linguaggi innovativi, contro cui si infrangono le barriere di chi è abitualmente restio alle novità.

Gli scienziati, custodi di un sapere ritenuto non facilmente accessibile, hanno fatto dell’illustrazione uno strumento esplicativo fondamentale per le proprie ricerche; ci si potrebbe arrischiare a dire che l’illustrazione sia stata da sempre un supporto indispensabile per la piena comprensione degli studi nell’ambito scientifico accademico, ma il genere dello Science Comic offre oggi un vantaggio significativo in termini di diffusione dei suoi contenuti.
Oltre all’illustrazione, infatti, la finzione narrativa permette sempre di umanizzare ciò che appare astratto, distante o irraggiungibile; e se da secoli il connubio scienza-letteratura contribuisce a plasmare un immaginario collettivo sempre più ricco di scoperte e invenzioni ai limiti del possibile, il fumetto può dare un’ulteriore spinta in avanti alla divulgazione scientifica, coinvolgendo anche chi normalmente è poco avvezzo a questo genere di letture.

Esempio concreto di quanto un fumetto possa rendere la scienza più accessibile è il graphic novel Neurocomic, opera scritta e disegnata dai due neuroscienziati Matteo Farinella e Hana Roš, e pubblicata in Italia da Rizzoli Lizard.
Neurocomic è un viaggio onirico e allucinante nei meandri del cervello umano, alla scoperta delle sue funzioni e dei suoi meccanismi.
Partendo da una sorta di selva dantesca, insospettatamente fatta di neuroni, il protagonista percorre i luoghi immaginari in cui si articola quell’organo complesso e in parte ancora sconosciuto che è il nostro cervello; dalla “foresta morfologica” al “canale della farmacologia”, dalla “grotta della memoria” fino al castello della mente umana, “il grande ingannatore”, lasciandosi guidare di volta in volta dai pionieri delle scienze neurologiche: Santiago Ramón y Cajal, Camillo Golgi, Charles Scott Sherrington, Alan Hodgkin, Andrew Huxley, Eric Kandel e Ivan Pavlov.

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La combinazione perfettamente riuscita di scienza, narrazione e disegno incoraggia sicuramente a sperimentare ancora in questo senso, favorendo la divulgazione degli esiti delle ricerche in campo medico e scientifico.
Al confine tra realtà e finzione, l’opera di Roš e Farinella, da sempre interessati agli sviluppi della nona arte, cerca di spiegare le basi delle neuroscienze in maniera chiara e semplice, mai eccessivamente didascalica o retorica, strizzando l’occhio alla narrativa di viaggio e di fantascienza, e stimolando la curiosità di quanti per la prima volta si addentrano oltre le frontiere di questa disciplina.

 Luciana Tranchese

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