Alla ventisettesima edizione degli European Film Awards, La mafia uccide solo d’estate supera la concorrenza di Carmina y Amén (Spagna) e di Le week-end (Regno Unito) aggiudicandosi la statuetta come miglior commedia dell’anno. Il premio va ad aggiungersi alla lunga serie di riconoscimenti conquistati dalla pellicola di Pif, tra cui: due David di Donatello, due Nastri d’argento ed un Globo d’oro.
Il regista, qui al suo esordio, ci racconta gli anni più difficili della recente storia italiana tramite gli occhi di Arturo. Gli avvenimenti mafiosi vanno ad intrecciarsi continuamente con la sua vita, sin dal momento del suo concepimento, e lo accompagnano per tutta l’età della giovinezza. Gli occhi del ragazzo sono gli occhi di un intero popolo che è chiamato quotidianamente ad avere a che fare con situazioni al limite del reale, quasi impotente innanzi agli avvenimenti che si susseguono giorno dopo giorno.
Arturo è un bambino che sogna di diventare giornalista, innamorato della sua compagna di classe Flora e con un’insolita passione per l’allora presidente del consiglio Giulio Andreotti. Sullo sfondo vediamo alternarsi personaggi omertosi a figure politiche e religiose chiaramente colluse, le quali vanno a contrapporsi alla caduta di eroi come Falcone, Borsellino, Chinnici, Dalla Chiesa e Giuliano. La pellicola ondeggia tra eventi storici realmente accaduti tra gli anni 70 e 90 e la vita romanzata di un giovane palermitano, senza perdere mai di vista l’obiettivo della denuncia.
Pierfrancesco Diliberto, meglio noto come Pif, dimostra di non aver dimenticato l’esperienza al fianco di Marco Tullio Giordana, ai tempi in cui collaborò come aiuto regista ne I cento passi, e ripropone la sofferente Palermo di quegli anni. Il film si alterna tra elementi comici e drammatici senza, però, risultare inadatto a tali tematiche. Sicuramente l’etichetta di commedia, per la quale ha vinto agli EFA, va stretta ad un’opera che spazia su più generi e che dimostra di essere uno dei migliori lavori cinematografici italiani dell’ultimo periodo.
Gli Oscar europei sono un premio certamente prestigioso, ovviamente non paragonabili a quelli più celebri statunitensi, in cui l’Italia ha spesso saputo mettersi in mostra. Fin ora sono state ben sei, su dodici nomination, le opere italiane a conquistare il premio più ambito, quello come miglior film europeo dell’anno: Porte Aperte (1990), Il ladro di bambini (1992), Lamerica (1994), La vita è bella (1998), Gomorra (2008) e La grande bellezza (2013).
In quest’edizione l’Italia può festeggiare non solamente per la vittoria di Pif ma anche per il premio come miglior film d’animazione conquistato dal napoletano Alessandro Rak grazie al suo L’arte della felicità. Niente da fare, invece, per Il capitale umano che era in lizza per la miglior regia (Paolo Virzì) e la migliore attrice (Valeria Bruni Tedeschi). Trionfatore di quest’edizione è stato il polacco Ida che si è aggiudicato quattro riconoscimenti (miglior film, regia, sceneggiatura e fotografia).
Di seguito, l’elenco completo dei vincitori dell’European Film Awards 2014.
Miglior film: Ida (Polonia)
Miglior commedia: La mafia uccide solo d’estate (Italia)
Miglior regista: Pawel Pawlikowski (Ida)
Miglior attore: Timoty Spall (Turner)
Miglior attrice: Marion Cotillard (Due giorni, una notte)
Miglior sceneggiatura: Pawel Pawlikowski e Rebecca Lenkiewicz (Ida)
Miglior fotografia: Lukasz Zal e Ryszard Lenczewski (Ida)
Miglior montaggio: Justine Wright (Locke)
Miglior scenografia: Claus-Rudolf Amier (The Dark Valley)
Migliori costumi: Natascha Curtius-Noss (The Dark Valley)
Miglior colonna sonora: Mica Levi (Under the Skin)
Miglior rivelazione: La tribù (Ucraina)
Miglior sonoro: Joakim Sundstrom (Starred up)
Miglior documentario: Der Banker: Master of the Universe (Germania-Austria)
Miglior film d’animazione: L’arte della felicità (Italia)
Miglior cortometraggio: The Chicken (Germania)
Premio alla carriera: Agnès Varda
Contributo europeo al cinema mondiale: Steve McQueen
Premio del pubblico: Ida (Polonia)
Luca Cerbone