NAPOLI – ”Siamo stanchi di pagare una crisi che non abbiamo determinato noi”.
Questo il grido di dissenso lanciato ieri pomeriggio in piazza durante il flash mob dal Coordinamento Precari Scuola Napoli, Cobas Scuola Napoli e Laboratorio Permanente Cittadino per la costruzione dello Sciopero sociale contro le politiche del Governo Renzi che stanno ”sfasciando la scuola pubblica italiana”.
”Questo Governo fa gli interessi degli imprenditori e taglia la scuola pubblica e la sanità” – dice Marcella Raiola del Coordinamento Precari Scuola Napoli.
Poi l’affondo:”Con La Buona Scuola” si vuole privatizzare la scuola pubblica trasformandola in un’azienda. Questo è un Ministro ombra che è stato già bocciato alle elezioni europee.
Questo Governo è illegittimo. La scuola pubblica dev’essere difesa da tutti”.
Sulle proposte:”Chiediamo una scuola libera plurale e di massa. Hanno già ucciso la nostra scuola elementare. Crediamo che non ci sia bisogno di riforme in materia di istruzione, ma piuttosto di risorse.
Vogliamo uscire definitivamente dal tunnel dell’ignoranza e della discontinuità”– conclude Raiola.
Intanto a Roma, in Piazza Montecitorio è ancora attivo un presidio permanente per denunciare la sordità istituzionale e la protervia di chi ipocritamente proclama di voler “coinvolgere” i cittadini nella non necessaria riforma della Scuola.
”Il flash mob di questo pomeriggio sarà l’inizio di una serie di iniziative che metteremo in campo nel corso dei prossimi mesi” – fanno sapere i precari. In tal proposito è programmata per Lunedì 19 Gennaio alle ore 17.00, presso la sede COBAS di Napoli, un’assemblea dei precari:
La sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26 Novembre scorso, ridicolizzando il nostrano MIUR e i governi di tutti i colori che hanno consentito la lunghissima illegalità, ha condannato il nostro Paese per abuso di contratto a tempo determinato e per violazione della legge 70/1999CE. Essa ha un valore storico e disegna concretamente la possibilità di mettere fine all’uso ed all’abuso dei contratti a tempo determinato: dunque i precari della scuola che hanno almeno tre anni (trentasei mesi) di servizio in seguito a tale sentenza dovrebbero essere assunti e i relativi scatti di anzianità ripristinati. La sentenza, corroborata da nuovi ricorsi, potrebbe coinvolgere anche i lavoratori di III fascia; sottolineiamo che
non esistono scadenze immediate per l’attivazione dei ricorsi legali
e in merito a ciò teniamo a precisare che i primi ricorsi COBAS per l’immissione in ruolo e per il recupero degli scatti, attivati prima della sentenza della Corte di Giustizia Europea, andranno in questi giorni a sentenza.
È di primaria importanza aspettare l’esito di tale sentenza prima di procedere con altri ricorsi, che sulla scia di una comprensibile ma pericolosa fretta, potrebbero risultare non adeguatamente preparati o infondati.
Inoltre è opportuno aspettare anche l’approvazione dei decreti attuativi della legge di stabilità (attesa per il prossimo mese di febbraio) per comprendere bene la strategia politico-giuridica più efficace da adottare.
La sentenza della Corte di Giustizia Europea interessa anche i precari ATA, riguardo ai quali nella “Buona Scuola” e nella legge di stabilità non sono previste assunzioni ma tagli di 2020 posti, di cui chiediamo il ritiro immediato. Se il MIUR non rispetterà integralmente la sentenza della Corte di Giustizia Europea attiveremo i ricorsi anche Buona Scuola per i precari ATA.
Come Cobas ci impegniamo a preparare azioni giuridiche mirate che abbiano un preciso fondamento giuridico in forza del quale possano avere una buona aspettativa di successo.
Nei prossimi giorni organizzeremo a Napoli un convegno “tecnico”, con la partecipazione di giuristi che hanno studiato il caso, per approfondire il tema e valutare la migliore strategia sul piano giuridico che in ogni caso va affiancata ad una continua e costante mobilitazione.
Pasquale De Laurentis