La legalizzazione della cannabis ora sembrerebbe un’ipotesi fattibile, soprattutto stando a ciò che afferma il sottosegretario agli Esteri: Benedetto Della Vedova.
Fin ad ora avevamo sentito parlare poco, anzi pochissimo, del sottosegretario, ma le cose ora sono parecchio cambiate per lui. Della Vedova si è fatto promotore di un progetto che in Italia è stato discusso più volte, senza ottenere alcun successo.
«Si tratta di adesioni bipartisan da parte di parlamentari di diversa estrazione politica», dice l’ex radicale.
Così il sottosegretario conferma i 60 parlamentari che si sono già dichiarati favorevoli alla legalizzazione della cannabis. Molti di loro annunciano anche un abbozzo di legge, l’unica cosa certa però sembrerebbe essere l’incontro tra i parlamentari, che si terrà nei prossimi giorni, per discutere della questione legata al mercato della cannabis. Della Vedova è certo che l’opinione pubblica sia dalla sua parte e sull’onda di quest’ottimismo già parecchi giornali hanno fatto partire il sondaggio “cannabis si/no”.
A sostenere Della Vedova non ci sono solo i parlamentari e l’opinione pubblica, si aggiunge anche la DNA, la quale sostiene che «Davanti all’oggettiva inadeguatezza di ogni sforzo repressivo, spetterà al legislatore valutare se sia opportuna una depenalizzazione della materia», aggiungendo che «la legalizzazione della cannabis alleggerirebbe il lavoro ai tribunali».
Delle tesi per niente superficiali, anzi, da tener in forte considerazione se pensiamo che a parlare non è Morgan, bensì un organo fondamentale della Procura generale.
Nel frattempo va al settimo cielo il leader dei Radicali, Marco Pannella, che da anni si sta battendo per portare in Parlamento la discussione riguardante la cannabis, argomentando le sue tesi con dei dati che oggi vediamo confermati in altri Stati, come ad esempio il Colorado.
Sì, perché è trascorso appena un anno dalla legalizzazione della marijuana nello stato americano che ha da poco visionato i dati, i quali sembrerebbero illuminanti. Per mettere al sicuro i vari conservatori il primo dato fondamentale è il calo del 7,9% dei reati; un dato che smentisce incredibilmente la teoria secondo la quale un individuo, per diventare pericoloso, non ha bisogno di armi, bensì di marijuana. Il secondo dato nega l’incremento di pericolosità nelle strade e il terzo prova una boccata d’aria nelle casse dello stato americano, che ha incassato da quest’operazione 60.128.757 dollari.
La legalizzazione della cannabis sarebbe ottima anche per la lotta alla criminalità organizzata: sempre la Direzione Nazionale Antimafia stima che il mercato illegale vende tra gli 1,5 e i 3 milioni di chilogrammi di cannabis all’anno.
Ora sta ai 60 parlamentari di PD, M5S, SEL e FI mettere in campo una proposta di legge seria e fattibile.
Le strade da poter percorrere sono due: legalizzare la cannabis ricavando i benefici descritti sopra, oppure continuare a pensare che la marijuana è “brutta, cattiva e fetente”.
Antonio Casaccio