In molte aree dell’Italia, in queste ultime settimane, alcuni militanti afferenti alla destra, che nello specifico si rifanno al partito nazionale Lega Nord di Salvini, si stanno preoccupando di tenere sotto controllo le loro città al posto delle forze dell’ordine: vengono organizzate delle passeggiate per la sicurezza dei luoghi in cui abitano.
È successo anche a Salerno pochi giorni fa: una “passeggiata” di supervisione sul Lungomare della città di alcuni esponenti di “Noi con Salvini Salerno“.
La vicenda della provincia campana ha avuto inizio a fine agosto, quando i consiglieri di opposizione Roberto Celano (capogruppo di Forza Italia) e Ciro Russomando di Attiva Salerno hanno denunciato la presenza di venditori abusivi su tutta la lunghezza del Lungomare, simbolo della città.
Come riportato da la Repubblica, i due esponenti del consiglio comunale avevano dichiarato: “Il lungomare dovrebbe naturalmente rappresentare il fiore all’occhiello della Salerno europea, di una città che è crocevia di flussi di visitatori che poi si recano presso le splendide località turistiche della nostra provincia. Un ruolo che è stato snaturato nel tempo in quanto la zona più bella della città ha acquisito le sembianze di un vero e proprio suk arabo, con venditori ambulanti extracomunitari abusivi che commerciano beni spesso contraffatti”.
In seguito alla denuncia, Celano e Russomando chiesero anche l’intervento delle forze dell’ordine: queste ultime avrebbero dovuto, secondo i consiglieri, stabilire un presidio fisso sul posto al fine di garantire controllo e sicurezza per i cittadini e i turisti.
Dopo neanche un mese, ad aiutare le forze di sicurezza pubblica ci hanno pensato i membri di Noi con Salvini Salerno. Questi ultimi hanno organizzato quella che tengono a chiamare “passeggiata“, e non ronda, per segnalare, poi, a chi di dovere eventuali illeciti. In prima linea c’erano il segretario provinciale del movimento, Mariano Falcone, ed il coordinatore del gruppo giovanile, Tiziano Sica, a seguire altri membro del gruppo politico ed alcuni agenti della Digos e della Celere, giunti per evitare scontri tra quest’iniziativa e un’eventuale contromanifestazione. Quest’ultima c’è stata, ad opera degli attivisti della Rete della Conoscenza Salerno, anche se non si è arrivati alla violenza fisica; forse grazie alle forze dell’ordine presenti, forse grazie ai manifestanti, di entrambe le parti, che erano lì per esprimere solo la propria visione della situazione.
La contromanifestazione è stata necessaria perché quella che i leghisti chiamano “passeggiata della sicurezza“, anche se a Salerno si è svolta in termini meno aggressivi, in realtà era una ronda contro gli ambulanti extracomunitari, immigrati, che da sempre affollano il Lungomare salernitano.
I salviniani, durante la passeggiata di martedì, non hanno trovato nessuno che, secondo loro, non fosse in regola. Ma se, invece, ci fosse stato qualcuno che non fosse rientrato nei loro canoni di “bianco italiano”, cosa sarebbe successo? Gli adepti di Salvini si sarebbero, realmente, solo fermati a delle segnalazioni?
La sicurezza della città rientra nei compiti di soggetti ben precisi. Il Questore di Salerno, Pasquale Errico, alle telecamere di Telecolore, ha dichiarato di essere impegnato nell’istituzione di un comitato affinché venga rafforzata la presenza delle forze dell’ordine sul territorio.
Probabilmente l’emergenza esiste, ma la domanda da porci è una: qual è il modo giusto per affrontarla? Vogliamo continuare ad alimentare odio, razzismo, incomprensione, o vogliamo cominciare a puntare su delle politiche e delle iniziative che puntino all’inclusività? Quando capiremo che gli immigrati hanno dei diritti perché sono esseri umani, da ascoltare e da accompagnare verso una vita, almeno, dignitosa?
In tutto il Paese sta dilagando, come una malattia infettiva, la peste dell’odio e della paura. Si usa la retorica, concepita e studiata ad hoc, del diverso. E si spinge ad averne il terrore. Infatti, questo di Salerno non è un caso isolato. In Emilia Romagna, cittadini di diversi quartieri si organizzano per ronde di sicurezza. Le chiamano ronde democratiche, messe su in città con leader politici appartenenti al Partito Democratico. Al centro, invece, “dove non c’è lo Stato ci sono Forza Nuova e Roma ai Romani” si legge sulla pagina facebook di Forza Nuova. Nel video, l’esponente del partito afferma la sua idea circa la situazione romana e italiana: “Come promesso siamo qua oggi a fare la nostra passeggiata, a stare nel quartiere, con il quartiere. Stiamo qui a vigilare affinché questo quartiere torni ai romani, affinché questo centro d’accoglienza, dove risiedono i clandestini, perché questo sono, vadano via. Non esistono profughi, sono clandestini, non scappano da nessuna guerra, la guerra ce la stanno portando nei nostri quartieri“.
Così, mentre la discussione in Parlamento circa la proposta di legge per lo Ius soli viene rinviata, mentre l’argomento “migranti” diventa semplicemente un modo per ottenere voti, la malattia infetta sempre più persone e la cura della conoscenza fa fatica a fare effetto.
“L’Italia agli italiani, aiutiamoli a casa loro, resistenza etnica, invasione della nostra terra, genocidio italiano“: incitamento al disprezzo, diffusione di una propaganda che punta ad arrivare allo scontro tra italiani che soffrono da una parte e “non italiani” che soffrono dall’altra. Mentre bisognerebbe incitare il confronto, la partecipazione attiva, sopperire alle diseguaglianze e alimentare il sapere. La conoscenza, la cultura, sono gli unici rimedi alla malattia fatale dell’odio.
Federica Ruggiero