Dallas Buyers Club, film del canadese Jean-Marc Vallée, ha sfornato due attori da Oscar: Matthew McConaughey (miglior attore protagonista) e Jared Leto (miglior attore non protagonista).

Due interpretazioni magistrali, che viaggiano parallelamente per la loro diversità: McConaughey interpreta il ruolo del protagonista, l’elettricista e cowboy omofobo Ron Wodroof, Leto quello del transessuale Rayon. Il primo è burbero e impertinente, il secondo vive un conflitto interiore che gli addolcisce ogni sguardo, e l’unica cosa che li accomuna è il risultato positivo del test dell’HIV.

Il film, che parla di una storia vera, non vuole essere nè un’autobiografia nè un documentario sull’AIDS, ma solo la storia della vita di un uomo e del suo cambiamento, sia fisico che morale, durante il decorso di una malattia che l’avrebbe spento in 30 giorni. Ma Ron/McConaughey rifiuta di essere curato con i farmaci tradizionali, tenta la via dei farmaci sperimentali, si dà al mercato nero perché ostacolato dal sistema sanitario del suo paese, e fonda un Buyers Club aiutato da Rayon, dove tutti quelli sieropositivi come lui potevano ricevere i farmaci sperimentali gratuitamente, solo pagando laute quote mensili. E così i 30 giorni di vita diventano 7 anni.

McConaughey non mette in scena un prototipo di perfezione morale, ma un uomo, di cui non ci si “innamora” perché è rozzo e pieno di difetti, non è un eroe senza macchie, ma un essere umano che lotta per la sopravvivenza. E con una concorrenza di altissimo livello (Christian Bale e Bruce Dern) l’attore texano vince l’Oscar come Migliore Attore Protagonista perché ha riportato in vita il vero Ron WoodRoof e il suo cambiamento. Ha mostrato la storia di un uomo che inizialmente non sedeva vicino ai gay per paura che ne risentisse la sua virilità, per poi abbracciarli e stimarli perchè combattevano al fianco della stessa battaglia, tutti affetti da quella che si scoprì essere una pandemia e non solo “la malattia dei gay“. E, sicuramente, a concorrere alla vittoria sono i 22 chili persi da McConaughey, che ha iniziato la dieta quattro mesi prima delle riprese, passando da 80 chili ad appena 60.

Il personaggio di Leto si pone sulla sponda opposta: il Rayon di Leto conquista ed innamora, con i suoi occhi languidi e il suo rossetto sgargiante. Un personaggio intenso, da cui fuoriesce sofferenza da ogni poro, sempre in bilico tra la voglia di vivere e quella di morire. Leto si è calato completamente nel personaggio, ne indossava i vestiti, ne assumeva le gestualità, a tal punto che il regista afferma “di non aver mai conosciuto Jared, solo Rayon“. E anche lui perde moltissimi chili, in sole 4 settimane: al momento delle riprese l’attore pesava solo 52 chili.

Un film che suona tutte le corde dell’animo umano, che suscita commozione ed empatia, che grazie all’interpretazione di due grandi attori (sotto la guida di un ottimo regista) porta agli occhi del mondo la realtà di un mondo che ci cammina a fianco,che tutti consideriamo lontano e impercettibile… finchè non ci sfiora con mano e ci trascina giù con lui.

Camilla Ruffo

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