La rivoluzione degli ombrelli sta diventando teatro di scontri violenti. Le immagini che stanno facendo il giro del mondo non sono per niente rassicuranti. Quella tra martedì 14 ottobre e mercoledì 15 è stata una notte intensa ad Hong Kong, infiammata da scontri, tra polizia e manifestanti: qualcuno li ha definiti gli scontri più violenti dall’inizio della protesta.
I 4 minuti di filmato mandati in onda dalla TVB, ritraggono la vittima, Ken Tsang, dirigente del “Partito civico”, trascinato a terra e poi bastonato da 6 agenti di polizia.
Dalla fine di settembre, studenti e lavoratori pro-democrazia sono scesi in piazza per reclamare il ritiro della riforma elettorale, giudicata da loro antidemocratica. Nella notte, mentre alcuni manifestanti venivano allontanati con il gas al peperoncino, altri si sono dati appuntamento davanti alla sede della polizia del quartiere di Wan Chai, per denunciare le violenze subite. I leader della contestazione hanno richiamato la folla a mantenere un atteggiamento pacifico. “Abbiamo perso la fiducia nelle forze dell’ordine” dichiara lo studente Joshua Wong, posizionato tra le prime file della rivolta.
È nella giornata di giovedì che il capo dell’esecutivo di Hong Kong apre le porte al dialogo con gli studenti. Il governatore Leung Chun-ying parla ai giornalisti: “Noi abbiamo fatto sapere agli studenti che ci piacerebbe iniziare un dialogo sul suffraggio universale il più presto possibile, già nella prossima settimana”, poi si rifiuta di rispondere e commentare gli atti brutali da parte della polizia. È stato il Dipartimento di Stato americano ad esprimersi in mattinata, attraverso la portavoce Jennifer Psaki: “Chiediamo alla polizia di far si che i manifestanti continuino ad esprimere la loro opinione in modo pacifico”, a seguire è stata poi Amnesty International, schieratasi in favore dei manifestanti.
Pechino ha dichiarato che un intervento dell’esercito cinese al momento non è necessario poiché la situazione, secondo le istituzioni, tornerà pian piano alla normalità. Per il momento è stato oscurato, in Cina, il contenuto del sito internet della BBC.
Hong Kong, dunque, apre al dialogo con i manifestanti e condanna le violenze: “I poliziotti in causa verranno sospesi dalla loro funzione e procederemo all’apertura di un inchiesta imparziale” dichiara Lai Tung-kwok, Segretario per la Sicurezza di Hong Kong.
Giuseppe Ianniello