TORINO – Nella tarda serata di mercoledì, intorno alle ore 23, si sono riunite presso il Centro agro-alimentare di Torino (CAAT) circa 200 persone per manifestare contro le precarie condizioni di lavoro. Alla manifestazione erano presenti anche alcune sigle sindacali, come la Si Cobas, e gli “antagonisti”, che insieme ai manifestanti hanno bloccato la strada di ingresso ai mercati generali. Le forze dell’ordine, intervenute tempestivamente, hanno tentato di allontanare i manifestanti per permettere l’ingresso al mercato ai camion. Tuttavia all’allontanamento, alcuni manifestanti (a volto coperto) hanno iniziato a lanciare pietre, bulloni e petardi provocando la reazione delle forze dell’ordine con lacrimogeni e cariche di alleggerimento. Al momento sono stati identificate 5 persone, le quali dovranno rispondere dell’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale.

Al di là degli scontri con le forze dell’ordine, la serata ha un epilogo ancora più tragico: infatti, un 49enne è morto di infarto dopo un litigio avuto con alcuni manifestanti. Il commerciante di Givoletto, comune della provincia di Torino, stava cercando di entrare al mercato quando, bloccato dai manifestanti, ha iniziato a discutere animosamente con un gruppo di essi. Al termine della discussione, rimessosi in auto, è stato colto da un malore che ha reso inutili i tentativi di rianimarlo.

LA PROTESTA La richiesta dei manifestanti è il miglioramento delle condizioni di lavoro all’interno del consorzio, oltre a proporre un “contratto unico per i lavoratori del CAAT”, come recitava la scritta su uno degli striscioni. In particolare, al centro della manifestazione vi è la diffusa illegalità e il metodo di gestione del reclutamento delle cooperative. Infatti, come denuncia la Si Cobas, sono circa un migliaio i lavoratori che non hanno un contratto di lavoro, e che quindi lavorano in nero; inoltre, il facchinaggio è affidato a poche decine di cooperative secondo metodi “da caporalato” e poco trasparenti.

IL CONSORZIO – La situazione, dunque, resta la stessa di 5 mesi fa, quando ci fu un’altra manifestazione e anche in quella occasione ci furono diversi feriti. Il CAAT, che rappresenta il terzo mercato d’Italia (con 87 grossisti e più di 170 produttori locali), rifornisce di frutta e verdura l’intero Piemonte. Il consorzio, che gestisce solo gli affitti dei capannoni, non riesce tuttavia a coprire le proprie spese di gestione ritrovandosi con un attivo, al netto delle spese per personale e servizi, di poco più di un milione di euro: cifra che non è sufficiente a ripagare l’investimento iniziale di 100 milioni di euro fatto agli inizi degli anni Novanta.

Valentino Arena

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