Sabato 15 novembre, Papa Bergoglio ha ricevuto in udienza in Vaticano l’associazione dei medici cattolici italiani. I sanitari, quasi 7mila presenti nell’aula Polo VI hanno potuto ascoltare le parole del pontefice in occasione del 70esimo anniversario della nascita dell’associazione. Il Papa, che in passato si è distaccato dal pensiero antico della Chiesa, su certi temi sembra però non avere ripensamenti. Papa Francesco ha subito fatto sapere che la Chiesa non è e non sarà mai d’accordo con il pensiero della scienza su alcuni temi come l’eutanasia, la fecondazione e l’aborto, poiché dice, “non si gioca con la vita umana” e sopratutto è “un peccato contro il Dio creatore”. “La vita umana” dice “è sempre sacra, valida e inviolabile e come tale va amata, difesa e curata”. L’invito che fa ai presenti in sala è quello di fare “obiezione di coscienza” poichè, “se il giuramento di ippocrate vi impegna a essere sempre servitori della vita, il vangelo vi spinge : ad amarla sempre e comunque”. Papa Bergoglio tiene a precisare nel suo discorso che il problema dell’aborto, ad esempio, non è un problema religioso, e neanche filosofico ma bensì “un problema scientifico perché c’è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema, e questo concetto non può cambiare con il passare degli anni. Nel pensiero antico e nel pensiero moderno uccidere significa lo stesso”, parole dure e significative. Continua dicendo che “Il pensiero dominante propone a volte una falsa compassione: quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica produrre un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre”. D’altronde, “il parere della Chiesa lo si conosce e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione”.
Per Bergoglio, infatti, “non esiste una vita umana più sacra di un’altra, come non c’è una vita umana qualitativamente più significativa di un’altra, solo in virtù di mezzi, diritti, opportunità economiche e sociali maggiori. Le conquiste della scienza e della medicina possono contribuire al miglioramento della vita umana nella misura in cui non si allontanano dalla radice etica di tali discipline”. Il pontefice denuncia il fatto che nel nostro mondo, oggi, la qualità della vita e legata alle possibilità economiche dell’individuo, al “godimento della vita fisica” perdendo di vista altre dimensioni “più profonde, relazionali, spirituali e religiose dell’esistenza”.
In conclusione, il Papa ha fatto un appello ai medici cattolici: “La vostra missione di medici vi mette a quotidiano contatto con tante forme di sofferenza: vi incoraggio a farvene carico come buoni samaritani, avendo cura in modo particolare degli anziani, degli infermi e deidisabili”. Non tutti i medici presenti saranno stati d’accordo con pontefice, di sicuro tra di loro c’è chi sostiene altre idee, in particolare Giorgio Lambertenghi Deliliers, in passato presidente dei medici cattolici di Milano favorevole alla fecondazione eterologa e da sempre in guerra con “i più agguerriti difensori dell’ortodossia cattolica”.
Giuseppe Ianniello