Il maltempo che colpito le regioni nord-occidentali del paese, sembra oggi concedere una breve tregua: breve perché già a partire da lunedì le condizioni atmosferiche potrebbero mettere in difficoltà cittadini e istituzioni, stanchi della continua emergenza di questi giorni. Per la prossima settimana l’instabilità dovrebbe, secondo le attuali previsioni, estendersi dal centro-nord al Lazio, all’Umbria, al nord delle Marche, alla Sardegna, all’Abruzzo e  al nord della Campania. Un miglioramento si vedrà a partire da mercoledì e per due giorni, coinvolgerà tutta la penisola. La protezione civile mantiene comunque alta la guardia, sottoponendo ad attento controllo le piogge in vista per la prossima settimana.

Tempeste ed esondazioni, hanno portato alla luce le fragilità politiche ed ambientali che caratterizzano l’Italia. Divisioni e scontri sulle modalità d’intervento non si sono mostrate solamente nel duro confronto tra gli abitanti di Carrara e l’ufficio comunale, ma anche nel confronto tra autorità centrali ed autorità regionali, segnate da visioni eterogenee. “È meglio sfondare un patto di stabilità che osservare impotenti un fiume che sfonda gli argini non rinforzati e allaga le case”, così il Presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino, in un’intervista concessa al quotidiano Repubblica. Per Chiamparino, il governo dovrebbe concedere agli enti locali un allentamento dei vincoli del patto di stabilità, al fine di poter mettere davvero in sicurezza il territorio. Definisce poi “assurda” la situazione attuale dove ci sono “sindaci arrabbiati che mi chiedono: “Che cosa devo fare? Io i soldi per tirare su un argine o rinforzare un ponte li avrei ma non posso spenderli senza violare i vincoli del patto di stabilità”.

Ma il Presidente del Consiglio non è affatto d’accordo con Chiamparino e, mentre al G20 australiano predica una politica di superamento dell’austerità, davanti ai giornalisti boccia totalmente la versione esposta dalle Regioni a cui dunque il superamento dell’austerità non sarebbe permissibile. “Quando come primo atto del governo ho costituito una unità di missione contro il dissesto idrogeologico mi hanno fatto i risolini. Ora spero sia chiaro il motivo. Ci sono vent’anni di politica del territorio da rottamare, anche in alcune regioni del centro sinistra”, commenta Renzi a margine del meeting.

E mentre si discute sul metodo, il merito della situazione rimane altamente problematico e le conseguenze del cattivo tempo sono palpabili. In Lombardia si registrano due morti a causa della frana di una villa a Cerro di Lavena, in provincia di Varese. In Piemonte, una ragazza di appena ventun’anni ha perso la vita in un incidente stradale. Ancora una frana ha causato due morti nel Canton-Ticino e a Genova si cerca ancora un 67enne, dato per disperso da ieri.

Ma al di là di sterili elenchi di vittime e morbose narrazioni di frane ed incidenti, che i nostri media portano avanti molto spesso in queste occasioni, appare evidente la necessità di mettere in atto un serio piano di risanamento del territorio. Perché non è più tollerabile, né economicamente, né umanamente, che i cittadini debbano terrorizzarsi dinnanzi ad un mutamento atmosferico e che si debba sempre ricorrere a soluzioni d’emergenza di fronte a catastrofi per cui sarebbe sufficiente anche un’adeguata opera di prevenzione.

Antonio Sciuto

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