Un ennesimo caso di violenza sembra essersi verificato al Parco Verde di Caivano, località scenario di diversi altri episodi simili, i più amaramente noti quelli di Antonio Giglio morto nel 2013 a soli tre anni e di Fortuna Loffredo, di sei anni, deceduta l’anno dopo Antonio. I bambini, vittime di abusi (nel caso di Antonio restano sospetti), morirono dopo essere stati entrambi lanciati nel vuoto dai balconi delle proprie abitazioni, poste ai piani più alti della stessa palazzina.
Partono le indagini sul nuovo caso – La Procura di Napoli Nord ha aperto un’inchiesta e sta indagando su questo nuovo caso in seguito alla denuncia di sospette violenze su una bimba di 4 anni, avanzata dalla madre. La donna è in fase di separazione dal marito. Ad essere accusati sono il nonno e lo zio paterni della bambina, anche se per il momento non ci sono indagati. Le investigazioni, coordinate dal pubblico ministero Paola Izzo, accerteranno la veridicità delle accuse. Per il momento il Tribunale dei minori ha stabilito alcune misure per tutelare la bambina e garantirle tranquillità ed assistenza da parte di esperti. Saranno loro a valutare i racconti ed i comportamenti della piccola, stabilendo la solidità delle accuse della madre. Il garante dell’Infanzia e dell’adolescenza della regione Campania, Cesare Romano, a ilfattoquotidiano ha commentato: «L’indagine deve fare il suo corso, ma francamente non sono meravigliato che continuino a spuntare denunce su casi di abusi su minori. Dobbiamo fare qualcosa, altrimenti ci saranno ancora altri bambini vittime di violenze».
I primi timori – È stata proprio la madre a notare alcuni comportamenti strani nella piccola, come l’ostilità dell’ultimo periodo nel recarsi a casa dei parenti del padre, sfociata poi in completo rifiuto. Dopo averla spinta a confidarsi è venuta a conoscenza di alcuni accadimenti molto ambigui durante le visite al nonno ed allo zio, che difficilmente avrebbe potuto inventare una bambina di quell’età. Il comportamento minaccioso di suocero e cognato nel momento in cui è andata a chiedere spiegazioni è stata la conferma del fatto che era davvero accaduto qualcosa di male alla piccola, convinzione che l’ha portata a denunciare il tutto ai Carabinieri di Caivano.
I casi di Antonio e Fortuna – Come sopra ricordato al Parco Verde di Caivano le violenze su minore non sono una novità. Nel corso delle investigazioni sulla morte di Fortuna Loffredo sono emersi, lo scorso anno, dettagli gravissimi su un ciclo di pedofilia ed omertà che continua a sconvolgere e disgustare. Nei casi di Antonio e Fortuna, morti rispettivamente nel 2013 e nel 2014, a risultare implicata fu la famiglia di Antonio. Testimone chiave fu una delle figlie di Marianna Fabozzi, amica di Fortuna, che lo scorso giugno raccontò agli investigatori gli ultimi attimi di vita di Fortuna e di come Raimondo Caputo, allora compagno di Fabozzi, abusasse sia di lei che dell’amica. Fu la madre ad invitarla a mantenere il segreto sulle violenze e l’omicidio.
Il processo – L’8 novembre sarebbe dovuto iniziare, presso la Corte d’Assise di Napoli, il processo a Raimondo Caputo e Marianna Fabozzi, rinviato però ad oggi, 16 novembre. L’uomo è accusato di omicidio volontario e abusi su minore mentre Fabozzi deve rispondere per concorso negli abusi sessuali perpetuati da Caputo ai danni delle tre figlie della donna e di Fortuna, oltre che all’accusa dell’omicidio del figlioletto Antonio. I genitori della piccola affermano ci sia la possibilità che non sia Caputo il vero colpevole, bensì un’altra persona ancora in libertà e mai coinvolta nelle indagini. Secondo Pietro Loffredo, padre della piccola, “non c’è una prova, non c’è il DNA sul corpo della bimba, non ci sono segni di resistenza sul terrazzo”. La Corte ha precisato che, durante il dibattimento nel processo sulla morte di Fortuna, non saranno ammesse telecamere in aula e non verranno riascoltate le testimonianze delle tre figlie di Fabozzi.
Salvatore Mucci – È di poche settimane fa, invece, la condanna per violenze sessuali di Salvatore Mucci, primo soccorritore di Fortuna nel giugno 2014, risultato poi essere anche lui un “orco” ed arrestato per pedofilia a dicembre dello stesso anno. La vittima era sua figlia, di 12 anni.
Richiesti i casi analoghi degli ultimi 10 anni – Angelo e Sergio Pisani, legali delle famiglie di Antonio e Fortuna, rendono noto che nel palazzo di fronte a quello da dove sono caduti i bambini, una decina di anni fa sarebbe accaduto un caso simile con un ragazzino di 10 anni precipitato dal settimo piano, ed hanno avanzato la richiesa di mettere a vaglio gli ultimi dieci anni di casi simili: «Alla luce delle orribili pagine di questa storia e di tutto quanto abbiamo il dovere di capire e conoscere ogni virgola di quel l’inferno per salvare tutti i bambini da pericoli e degrado, dobbiamo andare a fondo anche a questa tragedia per la strana coincidenza di una terza morte nel medesimo quadrilatero dei mostri. Chiediamo ai servizi comunali dei comuni di Caivano e adiacenti di sapere quanti bambini da 2 a 15 anni sono morti negli ultimi dieci anni per cause accidentali. E alla luce di quanto sta emergendo di verificare ogni vicenda e cosiddetta tragedia».
Lettera–Appello al Papa e alle Istituzioni – Angelo Pisani, legale del papà di Fortuna, dopo aver più volte denunciato il giro di abusi e pedofilia del Parco Verde, ha diffuso una lettera aperta al Papa e alle istituzioni: «Noi che abbiamo visto con i nostri occhi gli orrori inflitti alle tante creature innocenti di Caivano, abusate, massacrate, sventrate dietro il vergognoso muro di omertà eretto da familiari e conoscenti, vi chiediamo in ginocchio di intervenire per fermare questo scempio che è tuttora in atto e continua a mietere vittime nella più totale assenza dello Stato» Continua: «Che italiani saranno domani se riusciranno a sopravvivere agli abusi? La nostra non è retorica: è orrore, è emergenza, è il dovere di andare fino in fondo e di smuovere la politica indifferente e la parte del Paese sorda e lontana da qui».
Marta Buono