Il gelo congela anche il Diritto allo studio?
In questi ultimi dieci giorni, a causa dell’improvviso maltempo, si è fatta tanta polemica sulla mancanza di sale, sulle strade bloccate e sulle tubature rotte. Alcuni comuni hanno dichiarato pubblicamente i quantitativi di sale acquistato, ma nessuno ha centrato l’attenzione sulla chiusure delle scuole per pubblica sicurezza.
Nel comune di Sala Consilina, forse uno tra i comuni più colpiti da quest’ondata di neve e gelo, questa mattina, gli istituti scolastici, di ogni ordine e grado, sono rimasti chiusi per l’ottavo giorno consecutivo. Dov’è finita la tutela del Diritto allo Studio? Chi ha il compito di contemperare la pubblica sicurezza con il Diritto allo studio in caso di allerta meteo? Ci si chiede a che tipo di istituzione bisognerebbe rivolgersi: se al sindaco del paese, al dirigente scolastico O all’ente regionale. Pochi minuti fa il sindaco Francesco Cavallone ha reso noto che: “se nevicherà entro mezzanotte pubblicherò l’ordinanza di chiusura altrimenti le scuole saranno aperte“.
Leggendo le varie ordinanze amministrative riguardo la chiusura delle scuole si fa riferimento alla tutela della pubblica sicurezza. Atto dovuto, di profonda responsabilità. Il problema è che quest’ordinanza è stata prolungata anche al giorno successivo, in base alle previsioni meteo. Nell’arco di tutto il comprensorio del Vallo di Diano, alcune scuole sono state chiuse ed altre hanno svolto, e svolgono, normalmente il ciclo scolastico.
Si potrebbe dire che ogni responsabile abbia fatto una personale interpretazione delle previsioni meteo. Nelle ordinanze, non si fa alcun riferimento al recupero di ore scolastiche perse. Esiste un provvedimento che assicuri il ripristino del pieno esercizio del diritto allo studio costituzionalmente garantito dall’art.3 (“E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…”) in seguito alle “allerta meteo e condizioni sfavorevoli”?
Otto giorni sono 40 ore perse. Avranno modo i ragazzi del Liceo Classico di conoscere le sventure del ritorno ad Itaca di Ulisse? E al Liceo Scientifico, daranno più importanza al Teorema di Gauss o alle leggi di Ohm? E gli altri
studenti? Avranno probabilmente perso 40 ore di apprendimento necessarie a superare le difficoltà che la società odierna presenta.
Chissà chi, tra docenti, amministratori e studenti, capirà per primo l’enorme danno. Carlo Maucioni, agente della Polizia Municipale di Sala Consilina, ha già inviato una lettera alla redazione di OndaNews in cui rivolge “un appello (che ribadisco) agli adulti che, a qualsiasi titolo, hanno responsabilità sulla formazione dei giovani, affinché prestino attenzione alla vita dentro la scuola almeno pari alla doverosa attenzione per la neve sull’uscio della scuola.”
OMBRE E LUCI.
Michele Vignuoli
Vorrei lasciare un commento a questo interessante articolo sia come genitore sia come operatore nel campo culturale.
Come genitore mi ha molto colpito una foto, scattata intorno alle nove del 17 gennaio (oggi), che ritraeva lo stato della discesa che porta al Liceo Classico “M.T. Cicerone” di Sala Consilina. Questo tratto era tutto innevato e, probabilmente, ghiacciato. A questo punto ho pensato all’incolumità delle mie due figlie e sono stato abbastanza sollevato dal fatto che il Sindaco avesse, un’ora prima, firmato un’ordinanza di chiusura delle scuole. Evidentemente, qualcosa non funziona più nella macchina pubblica mi son detto, senza però addossare colpa ad alcuno.
Come operatore culturale non posso non dolermi del tempo sottratto allo studio per via di questi eventi climatici eccezionali. Nel tempo dovremo man mano trovare i rimedi più idonei a questi fenomeni. La cura del territorio e dell’assetto urbanistico (metro quadrato per metro quadrato) saranno azioni indispensabili per far fronte ai mutamenti climatici attuali e futuri. Per quanto riguarda la discussione citata nell’articolo, vorrei solo aggiungere che, così come suggerito implicitamente nello scritto, si potrebbe trovare il modo di recuperare il tempo non dedicato ad attività scolastiche. Di ciò si potrebbe parlare in un consesso aperto alla partecipazione di tutte le componenti dell’istituzione “Scuola”. Dubito che ciò verrà fatto, ma sono certo che i docenti sapranno trovare il modo di non far pesare, ai loro allievi, queste giornate di inattività.
Vorrei concludere con l’auspicio che quest’anno, iniziato in modo incerto, possa portare grandi soddisfazioni ai nostri studenti, ai loro genitori e ai docenti tutti. A tutti un fervido augurio di buon lavoro.