Napoli. Dirty dancing, ‘remake’ di successo dopo 30 anni al Teatro Augusteo
Quando Eleanor Bergstein scrisse Dirty dancing nel 1987, diretto da Emile Ardolino, la pellicola venne cestinata. Ma le scene considerate all’epoca oltremodo di cattivo gusto avrebbero dato vita ad un cult per intere generazioni di pubblico, vendendo un milione di copie.
Dopo trent’anni dal successo il Golden Globe arriva al teatro Augusteo con repliche sino a domenica 25 febbraio, per festeggiare il suo anniversario con un cast giovane e affiatato per la regia di Federico Bellone.
Tra i nostalgici un folto pubblico femminile ha riempito la platea alla prima dell’Augusteo di venerdì 16 febbraio, per rivivere le emozioni degli anni ’80 di cui divenne icona e sex symbol il seducente Patrick Swayze, maestro di ballo dell’indimenticabile Baby interpretata da Jennifer Gray. Il brano da oscar accompagnò il successo cinematografico I’ve Had The Time of My Life, divenendo colonna sonora immancabile nelle feste proibite degli anni ‘80 e per intere generazioni di “dirty dancer” da oltre 40 milioni di copie.
Un film che ancora oggi ben si presta, per la bellezza di brani, a coreografie e alla rivisitazione teatrale per il musical eseguito da un cast di interpreti e danzatori professionisti. Non a caso la regia ha scelto di riproporre per il pubblico dell’Augusteo anche le indimenticabili hit delle classifiche internazionali Hungry Eyes, Do You Love Me?, Hey! Baby e In the Still of the Night.
“Era l’estate del 1963, tutti mi chiamavano ancora Baby e a me non dispiaceva affatto. Questo era prima che uccidessero Kennedy, prima dei Beatles, quando credevo nell’impegno civile e soprattutto quando non avrei mai pensato che al mondo potesse esistere un altro uomo oltre a mio padre”.
Queste le celebri parole di Frances nell’incipit teatrale con una piacevole Sara Santostasi nelle varipinte vesti di “BABY” in vacanza con i suoi genitori nel Kellerman’s resort e Giuseppe Verzicco interprete del maestro di balli, rude ma dal cuore tenero.
Nell’estate del 1963, Frances ha soli diciassette anni, ma ha già ben chiari i suoi obiettivi e il suo futuro. Sogna di far parte dei Peace Corps dopo essersi laureata alla facoltà di economia al Mount Holyoke College. Una ragazza modello e di sani principi, la figlia minore prediletta da papà Houseman, medico di successo, che però verrà “deviata” dalla conoscenza di un ragazzo di estrazione sottoproletaria, durante le vacanze estive nelle Catskill Mountains. Qui infatti Baby conoscerà il bellissimo Johnny, che lavora come maestro di ballo per gli ospiti dell’hotel.
Baby sarà “costretta” a sostituire Penny per un duo speciale, a lezioni di danza da Johnny si farà ammaliare dal mambo proibito.
La regia, pur servendosi di effetti speciali tridimensionali per le realizzazioni delle scene del “bosco” e del “lago”, si mostra nel contempo rispettosa dell’originale focalizzando l’attenzione del pubblico sui quei “fuori-scena” che vennero rubati nel 1987 agli attori durante le pause ludiche, e le riprese e gli errori veri dell’attrice Jennifer spiata con Patrick dalle telecamere, che per la loro spontaneità diverranno le più riuscite del film.
Solo sullo sfondo i temi sociali della protagonista, figlia di una famiglia borghese, che sogna di lottare a favore dell’uguaglianza e dei diritti umani. Una commedia dunque leggera, volutamente smielata, vivamente consigliata solo per i nostalgici appassionati.
Dirty dancing: nessuno può mettere in un angolo Baby!
Il sogno per le donne normali, per un brutto anatroccolo, di poter essere scelta da un uomo bellissimo e seducente. Nessuna pretesa quindi, se non quella di rivivere le emozioni di un’epoca in cui il fascino del proibito amplificava il gusto per un sano erotismo, sino al parossismo, ed essere trascinati dalle sonorità di un cult senza tempo.
Rosa Auriemma