NAPOLI – Nella giornata di lunedì 16 Marzo, i ragazzi del Laboratorio Politico ISKRA hanno svolto l’ennesima manifestazione di protesta contro il decreto Sblocca Italia, per evidenziare l’emergenza che riguarda la nomina del commissario esterno su Bagnoli.
A circa un anno di distanza dall’incendio che colpì la struttura di Città della Scienza, e a pochissime settimane di distanza dall’incendio divampato presso l’Italsider -distruggendo quello che era un tempo lo spazio occupato Bancarotta, i cittadini rivendicano nuovamente i loro diritti e riescono a compattare una delegazione di una decina di attivisti, i quali vengono ricevuti in Consiglio comunale per la lettura di un documento, riscuotendo non pochi consensi.
La nuova giornata di protesta, coincide con la recente decisione del Governo Renzi di dividere gli incarichi del commissariamento in due figure distinte: una si occuperà della funzione manageriale, funzione che potrebbe essere svolta dall’amministrazione comunale di Napoli ma il cui incarico non è ancora stato assegnato a nessuno; l’altra figura, invece, che si occuperà di “vigilare in casi di corruzione”. E per questo lavoro sorge il nome di Raffaele Cantone, magistrato Giuglianese impegnato nella lotta alla criminalità organizzata.
Comunque, nonostante la risonanza mediatica che quest’ultimo potrebbe catturare, i ragazzi del Laboratorio Politico ISKRA ci tengono a precisare: “Il problema non è un nome ma l’idea dietro al commissariamento.” Eduardo Sorge dichiara: “La scelta di un uomo che per l’opinione è pubblica è “volto pulito” nasconde il fatto che dietro la nomina di un commissario si nasconde la reale volontà politica del governo. Ossia quella di commissariare l’area e di modificare i progetti su Bagnoli in deroga a qualunque piano urbanistico, e sopratutto quella di utilizzare il commissario come braccio del governo per eliminare gli ultimi residui di democrazia formale, consegnando il territorio agli speculatori e al partito del cemento, ed eliminando così anche le forme di resistenza che sul territorio propongono una visione diversa del progresso e del futuro dell’area.” Continua: “Il fatto che si voglia dare solo un ruolo di “controllo” inoltre non risolve il problema. Il problema è sempre rappresentato dalla natura con cui nasce il “nuovo soggetto attuatore”, del ruolo di Fintecna, Cementir, e delle mire del governo Renzi e del PD che oggi rappresentano più di ieri supinamente gli interessi di un blocco di potere ben definito… che va appunto da Fintecna ai costruttori napoletani”.
È probabile che la risonanza mediatica ricercata da Renzi attraverso il nome di un magistrato dedito alla legalità e alla giustizia, sia stato uno scrupoloso strumento con cui tranquillizzare i cittadini di un posto che sembra ormai “costantemente barricato”. Ma comunque i gruppi di attivisti non hanno intenzione di indietreggiare: “non è un problema di nome del commissario e non siamo la testa d’ariete del Comune di Napoli. Lo scontro in atto non è tra De Magistris e Renzi ma tra la parte più consapevole di questa città: disoccupati, studenti, lavoratori, precari che hanno iniziato ad alzare la testa per decidere sul proprio futuro. C’è veramente chi crede che il governo del Jobs Act, della Buona Scuola, delle controriforme lacrime e sangue e dei diktat dell’Unione Europea, il governo del partito responsabile per 20 anni della gestione politica e amministrativa di Napoli e di Bagnoli abbia a cuore i bisogni di quel quartiere?” Sempre Eduardo Sorge, leader di ISKRA, parla a nome di un movimento che è ben intenzionato a diventare la spina sul fianco di politiche centralizzate e coinvolte in speculazioni e deturpazioni dei diritti civili, mentre a Bagnoli si gioca una posta altissima in pieno conflitto sociale: “la loro città dei profitti contro la nostra città dei bisogni e dei diritti.”
Alessandra Mincone