Napoli – Roberto Manganiello, boss del clan Marino dell’area nord di Napoli, è stato arrestato dagli agenti della Squadra Mobile e del commissariato di Scampia.
Manganiello, 34 anni, oltre ad essere capoclan, si occupava di estorsioni e di traffico illecito di sostanze stupefacenti. Latitante dal 2013, quando fu emessa nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Autorità Giudiziaria di Napoli. Reati aggravati dalle modalità mafiose, porto e detenzione illegale di armi e concorso in duplice omicidio erano i reati di cui era imputato.
Era il 28 ottobre 2004 quando Fulvio Montanino e Claudio Salierno, due pezzi grossi del clan Di Lauro, retto allora da Paolo Di Lauro detto Ciruzz’ ‘o milionario, furono uccisi a Napoli. Il fatto, di cui fu ritenuto responsabile Manganiello, scatenò la prima faida di Scampia: da un lato il clan di Lauro; dall’altro gli Scissionisti, gruppo nato da una costola dello stesso clan Di Lauro, formato da diversi clan camorristi tra i quali quello di cui Manganiello era il reggente ( Amato/Pagano, Abete/Abbinate/Notturno/Marino ).
Roberto Manganiello, nipote del boss Gennaro Marino, detto Mekkei, noto nelle pagine di cronaca nera per la sua ferocia e brutalità, ha occupato i vertici dell’organizzazione camorristica. La sua “carriera” nel tessuto criminale lo aveva reso uno tra i 100 latitanti più pericolosi e determinato il suo inserimento nello speciale programma di ricerche del ministero dell’Interno.
Insieme alla compagna, una ragazza di 30 anni, si nascondeva in una località nella provincia casertana. I poliziotti, fingendosi dei pony express, hanno fatto irruzione nell’abitazione dove si nascondeva a Orta d’Atella, in via Lampitelli. Il Manganiello, “interrotto” durante il match Napoli – Inter, non ha avuto via di scampo. Il palazzo era già assediato da una cinquantina di agenti della Squadra Mobile.
Lucia Ciruzzi