2016. Un’estate calda, e non solo per le temperature, trascorre inosservata. 4 Luglio. Volla. In fiamme una fabbrica che produce plastica. 20 Luglio. Casavatore. In fiamme una fabbrica che si occupata della torrefazione del caffè. 16 Agosto. Acerra. In fiamme una fabbrica che produce vernici.
Quello di Acerra è l’ennesimo incendio che avvelena un’aria già pesantemente contaminata. Ad andare a fuoco è una fabbrica di vernici industriali Kleiner. L’ impianto è sito nell’area Asi della cittadina napoletana.
Tutto questo avviene nel silenzio assordante delle istituzioni politiche e tecniche preposte al controllo del territorio. Questa estate è stata carica di pm10, pm2.5, nitrati, solfuri, diossine, pcb ed inquinanti di altro tipo.
I militanti del Laboratorio Aprile, attivi da diversi anni sul territorio, in una nota spiegano: “Agosto, per l’ambiente, è il più crudele dei mesi, e noi acerrani lo sappiamo bene. Quest’anno è stato particolarmente caldo, e purtroppo non a causa di fenomeni atmosferici. Incendi e fuochi di varia natura si sono susseguiti ogni giorno nell’interland napoletano inquinando l’aria e contribuendo a peggiorare la nostra già precaria situazione sanitaria. In questo magma generale e caotico fatto di fumo e apprensione, quello della Kleiner è l’ultimo atto di una tragedia annunciata ormai da anni. Perché, oltre alle doverose rincorse al rogo di turno, c’è una narrazione tossica che va avanti da almeno 15 anni e che vede nella zona Asi di Acerra un terreno fertile per coltivare la filiera del rifiuto, tutta funzionale all’inceneritore, che passa necessariamente per l’installazione di fabbriche pericolose e altamente inquinanti.
A 12 anni dal 17 agosto 2004, quando la polizia e le ruspe si appropriarono del cantiere del Pantano, Acerra rimane intrappolata tra le menzogne dello stato e le nubi tossiche della zona industriale” – concludono: ” Abbiamo bisogno di legare la nostra comunità che volutamente è stata spezzata, per spazzare via gli attacchi fumosi di una classe politica che accusa i riscaldamenti delle abitazioni, protetta da un centro tecnico di controlli che appartiene a se stessa. Dalle menzogne dell’arpac ai dati diffusi dal CNR. Se quest’estate è cosi calda state attenti il prossimo autunno, e soprattutto la prossima primavera, la città non si raffredderà nel dimenticatoio e nell’indifferenza“.