Un nuovo anno scolastico è alle porte e tutti i ragazzi devono avere la possibilità di poter frequentare qualsiasi scuola. Ma, nonostante la normativa già emanata, le difficoltà e le barriere architettoniche negli istituti scolastici italiani persistono e l’handicap può rivelarsi un problema.

Una prima questione da affrontare sono le scale, che sarebbero un problema aggirabile se venisse aggiunto il giusto ausilio lungo le rampe o se venisse permesso l’uso dell’ascensore, in tal modo si potrebbe anche pensare di spostarsi liberamente dentro e fuori la scuola, senza difficoltà e senza barriere architettoniche. Altre questioni sorgono poi quando si è in classe, poiché nascono tanti problemi: per esempio le sedie, talvolta non ottime, garantiscono poca stabilità, e così anche i banchi che, talvolta troppo bassi, non garantiscono il transito di una carrozzina o la possibilità per chi ha l’handicap di starvi comodamente seduto.

Queste le prime difficoltà oggettive. Ma analizzando nel dettaglio ne emergono altre. Una banalità: la lavagna. Gli studenti spesso sono chiamati dai professori a fare dimostrazioni alla lavagna, ma quest’ultima, se affissa al muro, spesso è montata troppo in alto, oppure, se con il banco di scrittura mobile, la sua inclinazione non aiuta chi, affetto da handicap, dovrebbe scrivervi sopra.

A queste barriere architettoniche si aggiunge, in alcuni casi, la carenza di mezzi e strumenti, come accade in occasione dell’ora di educazione fisica, che potrebbe anche essere effettuata dall’invalido in questione, ma solo se venissero rispettati i suoi handicap. Sarebbe necessario, quindi, introdurre in palestra degli attrezzi o delle attività che possano permettere l’espressione pratica e para-sportiva di chiunque.

Un suggerimento per migliorare ancora il processo di apprendimento potrebbe essere la creazione di un percorso di studi ad hoc, evitando che lo studente venga messo in disparte o risulti troppe volte assente, causa i vari impegni medici per curare il proprio handicap.

In più, non bisogna sottovalutare che altrettanto importante è l’empatia: si potrebbe necessitare anche di lavorare sull’empatia degli addetti affinché mostrino maggiore comprensione verso gli studenti con difficoltà. Questo è un aspetto importante poiché un handicap può essere vario: non solo fisico, ma anche logopedico/cognitivo.

Fondamentale è soprattutto la composizione degli studenti in una classe, cosicché chi patisce simili disabilità possa stare nella stessa classe, in modo che i soliti raffronti che i ragazzi fanno da adolescenti si possano fare anche con chi possiede disabilità. Un altro aspetto da tenere in considerazione è quello psicologico, per cui qualsiasi scuola deve necessitare, appunto, del supporto psicologico, affinché esso sia vicino al ragazzo con difficoltà, il quale potrebbe:

  • avere volontà di abbandonare la scuola, optando per una non frequenza, magari rivolgendosi ad istituti telematici;
  • reprimere rabbia e dispiaceri, nati dal confronto con altri ragazzi senza difficoltà, sfogandoli poi in modo negativo, con affetti familiari e/o amicizie;
  • abbandonare i propri sogni, poiché ormai non vanno più d’accordo con lo stile di vita ormai acquisito a causa dell’handicap.

Eugenio Fiorentino

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