San Giovanni a Teduccio rappresenta una realtà del napoletano che, grazie all’iniziativa che di seguito racconterò, potrà donare nuova speranza ai bambini.
“Adozione s. f. [dal lat. adoptio –onis, der. di adoptare «adottare»]. Istituto giuridico che consente di formarsi una filiazione civile, che sorge cioè non già per vincolo di sangue, ma per un rapporto giuridico costituito mediante il consenso di un adottante e di un adottato, con le forme e le condizioni stabilite dalla legge: l’a. di un bambino orfano; diventare figlio, padre per a.; piccola a., l’affiliazione; a. a distanza, quella che consente di provvedere al mantenimento di un minore nel suo paese d’origine, grazie al versamento di somme di denaro attraverso organizzazioni internazionali.”
La curiosità nell’andare a ricercare l’etimologia della parola “adozione”, è nata dopo aver letto l’articolo di Repubblica sull’originale iniziativa “Adotta un bambino a distanza, regalagli il futuro”, organizzata dall’Oasi di San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli.
Ho raggiunto telefonicamente Carmela Manco, la quale anima il percorso dell’Oasi dalla sua nascita. Durante l’intervista abbiamo parlato di come ci si sente a nascere e crescere in una periferia bistrattata che vive di riflesso la metropoli. « Quando nasci in una periferia come San Giovanni, ti senti orfano, abbandonato ed umiliato e la rabbia sale. Chi riesce ad incanalare questa rabbia si dà da fare per cambiare le cose, chi non riesce, purtroppo, prende la pistola. Vivere ai margini non è piacevole a nessuno fa piacere non sentirsi parte integrante della città, noi ci sentiamo cittadini di serie B » – spiega Carmela.
Ripercorriamo poi la nascita del centro polifunzionale « L’Oasi è nata nei sogni nel 1998, lo abbiamo acquistato nel 2005 con un mutuo concessoci dalla Banca Popolare Etica. È stato un atto di fiducia “Signore sulla Tua Parola getterò le reti” e la rete è tornata carica di pesci. Il centro è nato per offrire un’alternativa a chi non aveva che la strada come risorsa. Ogni giorno accogliamo tra le 200/300 persone per le varie attività che vanno dalla ludoteca per bambini dai 3 anni al progetto Nonno.
Da quattro anni è nata la Corale per San Giovanni composta da circa 60 persone dai 9 agli 80 anni che propongono un repertorio del 600 napoletano. Sono guidati dal regista Mariano Bauduin che è stato allievo del maestro De Simone. Abbiamo una palestra ben attrezzata che offre a costi veramente irrisori la possibilità di fare sport, abbiamo numerosi laboratori di avviamento al lavoro per giovani in difficoltà e/o a bassa scolarizzazione (lavorazione del legno, doratura finitura e restauro del legno, cornici artistiche, riciclo del legno, taglio e cucito, sartoria teatrale, scenotecnica, luci e suoni, cucina della tradizione) abbiamo due spazi teatrali; uno all’aperto e l’altro al coperto dove si fanno i laboratori di teatro, di canto e musica popolare. Facciamo, inoltre, accompagnamento scolastico ogni giorno per bambini e ragazzi della scuola dell’obbligo.
L’ultima iniziativa, “Adotta un bambino”, ci aiuterà ad accogliere più bambini per evitare che siano in strada. Questo è un quartiere povero dove la cultura e la formazione sono l’ultimo problema, noi stiamo provando ad educare le persone a contribuire anche se minimamente alle attività quotidiane – conclude – credo che tutta la città sia responsabile del bene comune e quindi tutti devono essere almeno informati di questa situazione. Aiutare quartieri ai margini significa riqualificare la città ».
«Le periferie sono sempre associate ad aggettivi negativi. Sono considerate desolanti, alienanti, degradate, brutte. Proviamo invece a guardarle con occhio positivo, a cercare quel che c’è di sano. Le periferie sono ricchissime di una bellezza umana e spesso anche di una bellezza fisica, che è nascosta, che emerge qua e là» (Renzo Piano).