Torna la MotoGP e col primo gran premio stagionale le emozioni fioccano fino all’ultima curva. In Qatar vince Dovizioso, con una rimonta pazzesca, partendo dalla quinta posizione. A seguirlo c’è il campione in carica Marquez, autore di un week end autorevole, confermando quelle che sono le indiscrezioni che lo vedrebbero come il favorito. Medaglia di bronzo per Valentino Rossi. Bene Viñales, che arriva settimo, considerando la dodicesima posizione. Male Lorenzo e Iannone, anche se la Suzuki impressiona con Rins.

DOVIZIOSO – Conferma quelle che erano le prime impressioni. Dopo un quinto posto in qualifica e un avvio di gara non brillante, riesce comunque a portarla a casa e a guidare anche in maniera molto pulita e attenta, salvaguardando le gomme, come molti altri concorrenti. È ancora presto e risulterebbe forse anche affrettato e superficiale dare qualche giudizio, ma la prima impressione è che la Ducati, almeno la sua, anche quest’anno ci sia. Sul rettilineo, dove era difficile forse far meglio, è riuscita a migliorare. Dovizioso sembra aver assunto una maggiore consapevolezza di se stesso e di quella Desmosedici che anche in inverno andava forte. La testimonianza è quello strappo, quel colpo di reni che all’ultima curva lo proietta sul gradino più alto del podio e che rappresenta il più serio guanto di sfida per Marc Marquez. La moto, inoltre, è sembrata molto equilibrata. Ci sono stati pochissimi sballottamenti per l’anteriore o posteriore. È ancora troppo presto per tirare le somme ed esprimere giudizi, i prossimi gran premi saranno fondamentali per farsi una maggiore idea su quale possa essere il reale obiettivo delle Ducati e quali saranno le caratteristiche di una moto che almeno in questa gara è apparsa spaventosamente forte.

MARQUEZ – Fa una gara estremamente tattica. Parte secondo, ma quasi sembra si lasci passare, consapevole di poter sorpassare gli altri in qualsiasi momento. Il vero avversario, quello a cui stare attento si chiama Dovizioso e, perciò, bada esattamente a lui. Osservando ogni piccolo movimento. Il momento giusto per attaccare è il solito nella fase centrale della gara. Basta un movimento di un avversario, un briciolo di spazio ed ecco che Rossi è superato. Il problema è che almeno su questa pista, la Ducati, come previsto da Marc, sembra averne di più. Ed ecco che sul lungo Dovi lo passa. Marc resiste e apre nuovamente il fuoco non appena arriva lo scontro tra Zarco e Dovizioso. Attacco che riesce a metà, visto che Marc è solo secondo. L’ultimo assalto a Dovizioso sembra essere oltre che il manifesto della passata stagione, la fotografia di quella appena iniziata. A parte il posteriore in alcuni casi un po’ “fumante”,  la Honda sembra essere migliorata notevolmente. Il motore sul dritto sembra aver quasi eguagliato quello strapotente di Dovizioso. Un risultato come questo su una pista su cui la Honda ha quasi sempre faticato, la dice lunga su quali possono essere i miglioramenti effettuati dalla casa giapponese e del pilota spagnolo, che stando a queste prime impressioni sembra avere tutte le carte in regola per confermare i risultati straordinari della passata stagione.

Marquez

ROSSI –  Zittisce chi si chiedeva come mai la Yamaha rinnovasse il contratto ad un quasi quarantenne. La risposta è la solita. Vale continua a viaggiare a ritmi impressionanti, eguagliando quelli di avversari di circa 10 o 15 anni più giovani. Vale, ormai, in vent’anni di carriera è sempre lì che continua a far parlare di sé, continua a lottare con i più forti che lo rispettano. Non è il classico anzianotto che fa da chioccia al secondo. Più che un mentore è quasi sempre l’alunno che non si stanca mai d’imparare e che sempre e comunque ha voglia d’impressionare. Il suo obiettivo oltre al divertimento è il decimo mondiale. Ne è una dimostrazione la sua partenza elettrizzante, il suo attacco  rischiosissimo a Zarco e, soprattutto, quella paura incredibile di vanificare una prestazione eccellente, magari consumando le gomme o sforzando una M1 per il momento ancora leggermente inferiore alle avversarie. Sa che il decimo titolo verrà più col cervello che col rischio, perché lì davanti ci sono due piloti diversi da quelli con cui combatteva fino a qualche anno fa, che più che rischiare pur di vincere, sono lì ad elaborare tattiche anche a gara in corso pur di portare a casa il titolo. Questo terzo posto fa ben sperare e la dice lunga su quelli che sono i limiti (ancora risolvibili) della sua Yamaha come quello dell’accelerazione, su cui Honda e Ducati sono chiaramente più forti e che potrebbe risultare una variabile decisiva ai fini del risultato.

I PILOTI IN SECONDA E LE    SUZUKI – Se Dovizioso, Marquez e Rossi si classificano sul podio, di certo non possono essere molto soddisfatti di questo week end i loro compagni di team.  Lorenzo cade clamorosamente a metà corsa, dopo comunque una prestazione di certo non esaltante. Pedrosa arriva settimo senza brillare.  Sorride, invece, Viñales che, dopo una brutta partenza, era finito in quindicesima posizione, riesce ad arrivare in zona punti, con un settimo posto preziosissimo. Mezzo sorriso per la Suzuki. Rins che aveva ben impressionato cade a metà gara.  Disattende le aspettative Iannone, uno dei migliori nei test primaverili ed invernali e che si piazza 9°.

Fonte immagine in evidenza:  MotoGP

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