L’ex presidente d’Egitto, l’islamista Mohamed Morsi, era già stato condannato a 20 anni di prigione il mese scorso con l’accusa di “incitamento alla morte”. Ieri, 16 Maggio, è arrivata la condanna alla pena di morte inflitta dal tribunale del Cairo.
Le accuse sono quelle di aver aiutato a compiere delle evasioni di massa dal carcere di Wadi el Natroun e l’affare di spionaggio, il tutto avvenuto durante la rivoluzione del 2011. Anche per questo processo, come negli altri, insieme alla sua condanna è arrivata anche quella per 105 membri del partito dei Fratelli Musulmani, confraternita con il quale l’ex presidente raggiunse il potere.
Secondo l’accusa, Morsi avrebbe pianificato le violenze insieme a dei responsabili di Hamas e di Hezbollah. L’avvocato della difesa Al-Zayat, interrogato dal quotidiano LeMonde, ha però subito gridato al complotto: “Non ci sono prove per condannarli” – ha detto – “La nostra missione è dunque impossibile poiché sono stati scelti dei giudici che si faranno influenzare nel verdetto dalle autorità nazionali”. I giudici designati infatti, sono stati scelti da una corte speciale che l’avvocato a più riprese ha giudicato “illegale”. Subito dopo il processo, che è stato trasmesso dalla TV nazionale, sono arrivate le dichiarazione da tutto il mondo.
Il partito dei Fratelli Musulmani, che, dal 2013, ha il divieto di essere presente in Egitto, ha denunciato la decisione della corte: “Questa giornata resterà nella memoria come una delle più scure della storia dell’Egitto. Questa condanna è un altro tentativo per far sparire in maniera permanente la democrazia e i processi democratici nel paese”. Anche il presidente turco Erdogan ha fatto sapere di essere contro la decisione e ha subito condannato l’occidente per aver “chiuso gli occhi” nel momento del colpo di Stato fatto da Al-Sissi nei confronti dell’allora presidente Morsi nel 2013. “L’Egitto ritornerà ad essere un Egitto antico”, ha poi concluso.
Arrivato anche il messaggio da parte degli Stati Uniti d’America che, come dichiarato, sono profondamente preoccupati per questa decisione: “Ci siamo sempre battuti contro la pratica dei processi di massa e delle condanne di massa, che sono condotti in maniera contraria agli obblighi internazionali dell’Egitto e al rispetto della legge”. Amnesty International invece, giudica la condanna alla pena di morte una “parodia di giustizia” poiché divenuta ormai “lo strumento utilizzato dalle autorità Egiziane per eliminare l’opposizione politica”. Nelle ultime foto diffuse, Morsi però, sembra rilassato. Probabilmente inerme alla terribile pena che dovrà scontare e inerme al giudizio che deve arrivare per altri due processi.
Giuseppe Ianniello