Lo scontro che vede le regioni e il governo contrapposti non cessa e Chiamparino, di fronte alle parole di Renzi, ha ribattuto sui ministeri in questa maniera:
È sempre meglio guardare in casa propria prima di tranciare giudizi. Quando vado nei ministeri incontro mediamente venti persone che non si sa precisamente cosa facciano, se non salutare gentilmente. Alcuni nemmeno quello perché sono intenti a scrivere… magari fanno le parole crociate. Capisco che nei ministeri ci sia un problema di esuberi. Che possono fare: metterli in cassa integrazione?

Nonostante l’accusa ai dipendenti dei ministeri e, indirettamente, a chi dirige questi, Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, manda anche messaggi distensivi a Renzi:

Renzi resta un punto di riferimento fondamentale del Pd e del Paese, ed io un suo sostenitore, la manovra va nella giusta direzione. Proprio per questo, con gli altri governatori, lavoriamo per renderla più sostenibile ed evitare pretesti per frenate a livello locale”.
Nel frattempo Chiamparino ha inviato i documenti, con all’interno il diverso piano di tagli che le regioni dovranno sobbarcarsi, alla presidenza del Consiglio dei ministri e, ora, attende la chiamata da Palazzo Chigi, da Renzi, per esporre le sue ragioni:

Noi siamo pronti, anche oggi. Riteniamo più equo tagliare maggiormente sui ministeri ma siamo così disposti a collaborare da farci carico anche del taglio di 4 miliardi, però con una proposta alternativa“.

Nel piano che Chiamparino ha inviato a Renzi, è ormai certa la rinuncia delle Regioni all’incremento del Fondo nazionale della sanità nel 2015, confermato dall’ex sindaco di Torino stamani: per il Piemonte, ad esempio, significa 170 milioni di euro in meno.

Tra le proposte inviate a Renzi, vi sarebbe la ri-modulazione di alcuni fondi, destinati alle regioni, ma, che, sono in gestione dai ministeri.
Sicuramente la partita sui fondi e sui tagli non è ancora conclusa.

Fabio Scala

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