Giornata speciale oggi a Roma per 16 coppie gay: 5 composte da donne e 11 da uomini pronte a trascrivere sul registro del comune le nozze celebrate all’estero. Un evento per l’Italia talmente più unico che raro da aver attirato l’attenzione di media importanti a livello internazionale, come il New York Times o Al Jazeera e il sindaco della capitale, Ignazio Marino, promette battaglia nel caso in cui la prefettura annulli la trascrizione nei registri comunali.

In barba al secco no di Alfano e del prefetto di Roma, quindi. Nella Sala della Protomoteca le sedici coppie potranno vedere il loro matrimonio essere confermato anche in Italia. La prima unione ad essere trascritta sarà quella di una dipendente comunale con la moglie. A seguire gli altri. La storia che più commuove, però, probabilmente è quella di Tommaso e Gianfranco. Insieme da 19 anni e sposati dal 2008 con una cerimonia tenuta a Berckley, i due condividono una casa con due gatti e due figli avuti da Nancy, loro testimone di nozze e mamma surrogato dei bambini. «Ci fa piacere il coraggio di Marino ad abbracciare una causa considerata impopolare da una parte della società civile. Sappiamo di essere ancora fuorilegge, ma io credo che esista anche una forma di obiezione, di resistenza civile, le Rosa Parks che rifiutano i sedersi in fondo all’autobus.» e in caso il prefetto di Roma, Pecoraro, dovesse decidere di annullare la trascrizione, le 16 coppie concordano nel dire che si tratta di «un sogno che non può essere cancellato: siamo pronti ad andare fino in fondo per vedere riconosciuti i nostri diritti».

L’Italia, però, è davvero pronta ad un passo del genere? Secondo Ignazio Marino, contestatissimo sindaco romano, il Paese lo è. Inoltre, confermano alcune fonti, si sentirebbe coperto dal celebre Patto del Nazareno, dal momento che in questi giorni il governo sta facendo di tutto per legalizzare le unioni civili, tra cui rientrano anche quelle omosessuali. Eppure il sostegno a Marino non è stato molto, sia dal PD che dal Nuovo Centro Destra, partito di Angelino Alfano, colui che più di tutti si è da sempre opposto alle unioni gay.

Il consigliere Marco Pomarici ha minacciato di recarsi in procura per denunciare Ignazio Marino, il quale avrebbe «violato la legge», mentre sotto Palazzo Senatorio ci sarà un flash mob di protesta. Anche Maurizio Gasparri ha voluto dire la sua, definendo la trascrizione delle unioni gay a Roma come «un atto illegale».

Di diverso avviso l’assessore Estella Marino, la quale ha commentato l’atto del sindaco come «un atto che riconosce i diritti di tutti, diritti che negli altri Paesi dell’Unione europea sono garantiti da leggi nazionali. Si tratta chiaramente di un atto simbolico, a cui ne seguiranno altri, ma mi auguro che possa essere un passo che, insieme a quello degli altri sindaci, tenga accesa la discussione e porti finalmente all’approvazione di una legge nazionale».

 Maria Stella Rossi

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