MALARIA: I Mass Media lanciano l’emergenza. L’immigrazione deve essere fermata.
Noi fermiamo la disinformazione.
Negli ultimi mesi si sente spesso parlare di un fenomeno antico quanto la storia dell’uomo, il quale continua nonostante tutto a sollevare immensi polveroni e discussioni, in particolare sul territorio italiano.
Parliamo dell’immigrazione e delle false informazioni che girano sul web, il cui scopo è solo quello di innescare subdoli meccanismi di odio e paura nei confronti di coloro che fuggono dalla guerra.
Su internet e in particolare sui social network queste persone, spesso definite clandestini, vengono ritenute causa di innumerevoli problemi ed emergenze.
Come si possa definire con il termine emergenza, un fenomeno costante e più antico della nostra stessa nazione resta un enigma, la cui risposta forse è sotto il nostro stesso naso.
I Mass Media hanno parlato di allarme MALARIA, associato all’eccessivo flusso migratorio proveniente dalle coste africane. Una notizia che fa scalpore, dato che la diffusione della malaria in Italia è stata accertata dai dati raccolti da ambulatori ed ospedali del nord Italia, dove ad essere affetti da questa malattia non sono che gli stessi immigrati.
Ma come si può parlare di emergenza MALARIA in Italia, quando il suo agente eziologico (un particolare tipo di zanzara) è totalmente assente in Europa?
Come possiamo parlare di emergenza malaria in Italia, quando la malaria non è contagiosa?
Ebbene sì, essa non può essere trasmessa come un comune raffreddore, scopriamo perché.
La malaria è una malattia infettiva causata dal parassita protozoo detto Plasmodium Falciparum. Può essere trasmessa esclusivamente tramite puntura di
- mal di testa,
- nausea,
- dolori in tutto il corpo (soprattutto mal di schiena e mal di pancia),
- ingrossamento anomalo della milza
Una volta che i parassiti sono entrati nel sangue raggiungono il fegato e si moltiplicano. In breve tempo migliaia di parassiti vengono rilasciati dal fegato nel sangue, dove distruggono i globuli rossi, ed il processo si ripete più volte. Alcuni di essi rimangono nel fegato e continuano a moltiplicarsi, rilasciando a loro volta altri parassiti nel sangue, a cicli di pochi giorni.
Il periodo di incubazione della malaria è il lasso di tempo che intercorre tra la puntura dell’insetto e il rilascio dei parassiti da parte del fegato, esso può variare a seconda del tipo di parassita che causa la malattia, da 10 giorni a un mese.
Dunque l’unico modo per poter effettuare una sorta di “contagio”, risulta essere quello di trasportare qui il pericoloso insetto. Un evento che potrebbe accadere a causa dell’immigrazione ma che di certo non può essere verificato diagnosticando la malattia ad un immigrato, pur trovandosi in Italia o in Europa.
Andando oltre l’emergenza immigrazione e concentrandoci maggiormente sulla malaria, è possibile affermare che il temuto Plasmodio potrebbe addirittura risultare l’arma vincente contro altre malattie ben più temibili.
Il 12 Ottobre 2015 uno studio pubblicato su Cell dichiara che la proteina malarica di nome VAR2CSA, espressa dagli eritrociti (globuli rossi) infettati, ha la capacità di legarsi a una molecola espressa esclusivamente nella placenta, il solfato di condroitina o CS. La CS pare sia presente anche in molte cellule tumorali e dunque può essere bersagliata da una versione ricombinante della VAR2CSA.
Nei tumori le catene placentali di CS sono collegate a un repertorio limitato di proteoglicani, che comprendono CD44 ( proteina trans-membrana ) e CSPG4 ( un gene codificante di una proteina ) associati ai tumori. La VAR2CSA ricombinante è in grado di localizzarli in vivo e se fusa con la tossina difterica o con altri composti, può inibire fortemente la crescita delle cellule tumorali e il processo di metastasi.
CELL.
Giovanni Emendato.
Fonti: