Comunque lo si chiami, Nuovo Patto del Nazareno o Nazareno Reloaded, l’incontro di due sere fa tra il Senatore di Forza Italia Denis Verdini, l’uomo chiave del Nazareno, con il braccio destro del premier Luca Lotti, i contenuti restano sempre gli stessi: legge elettorale e conferma della stabilità dell’accordo tra Renzi e Berlusconi. Ciò che cambia è il contesto, mutato dopo l’annuncio da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di dimettersi. E ora si discute il nuovo Italicum.
In questi giorni si è parlato molto su chi potesse essere il successore di Napolitano al Colle. Tra i nomi più chiacchierati emergono volti noti del centrosinistra, dal temuto (per Silvio, ndr) Prodi, allo smacchia giaguaro Bersani sino al renziano ed attuale Ministro dell’Economia Padoan, scelto per il ruolo che sta ritagliandosi in Europa soprattutto dopo essere riuscito a convincere il Parlamento Europeo a dare all’Italia più tempo per conteggiare il proprio debito. Tutte personalità della politica, ma di un’area politica precisa. Questo renderebbe difficile che gli altri partiti, soprattutto Forza Italia li voti, rischiando il blocco come qualche anno fa, quando Napolitano fu costretto a prolungare il suo mandato sino ad oggi.
La paura è che se si scegliesse un presidente della Repubblica prima della discussione in Parlamento della nuova legge elettorale, ci sarebbe il rischio che quel presidente, per favorire la parte del Parlamento a lui più vicina, decida di sciogliere le camere prima dell’approvazione dell’Italicum 2.0, mandando così tutti al voto con l‘attuale e tanto temuta legge elettorale, che favorisce in questo momento solo una probabile e schiacciante vittoria del PD.
Questa possibilità ha creato tra gli uomini di Berlusconi, tra cui Brunetta e i fittiani, non poche preoccupazioni. Già abbiamo visto come in questi giorni membri un po’ di tutti i partiti, in particolare FI, M5S e PD, hanno minacciato scissioni o di far nascere franchi tiratori se non si procede ad una nuova legge elettorale. La frantumazione dei maggiori partiti complicherebbe il delicato quadro del parlamento. Per Berlusconi, l’unica soluzione per scongiurare frammentazioni che impediscano il raggiungimento del premio maggioranza previsto nell’Italicum, è velocizzare la discussione alla Camera della legge elettorale prima dell’Elezione del Nuovo Presidente Della repubblica.
Ecco dunque il “nuovo” Patto del Nazareno. Non più accordi sui contenuti dell’Italicum, ma sul tempo di approvazione della legge alla Camera. Nei mesi scorsi Renzi aveva previsto l’inizio della discussione in Parlamento dell’Italucum 2.0 entro Gennaio, ma Napolitano dovrebbe dimettersi proprio in quel mese. Dunque si anticipa al 20, questo lunedì, in modo da votare le pregiudiziali prima di Natale. A Gennaio quindi bisognerebbe solo proseguire la discussione e non iniziarla. Il tutto porterebbe all’entrata in vigore della legge entro il 1 Settembre del 2016.
Questa “clausula salvaguardia” renderebbe impossibile tornare alle urne prima del 2017. Ciò escluderebbe il pericolo che il nuovo presidente della Repubblica sciolga le camere, perché, se lo facesse, manderebbe tutti i partiti alle elezioni con il Consultellum, la legge elettorale uscita dalla bocciatura del Porcellum da parte della Corte Costituzionale,con il proporzionale puro e l’assenza del premio di Maggioranza, quest’ultimo presente invece nell’italicum. Uno scenario preoccupante per tutte le forze politiche in campo, compreso il PD, e per chi, durante tutti gli incontri del Patto del Nazareno, aveva fatto il tira e molla proprio sulle modalità del Premio di Maggioranza.
Claudia Cipollaro