Nella giornata odierna di lunedì 19 Gennaio a Bruxelles si terrà un’importante riunione dei ministri degli Esteri europei presieduta dall’alta rappresentante per gli affari esteri dell’Europa Federica Mogherini. Nell’ordine del giorno si avrà la lotta al terrorismo in Europa, i risultati ottenuti con le ultime operazioni contro i foreign fighters, la conduzione delle operazioni militari in medio oriente contro L’ISIS e in ultimo la situazione in Ucraina.
Un appuntamento, quindi, ricco di spunti di riflessione e finalizzato negli intenti della Mogherini ad una maggiore coordinazione tra i singoli partners europei quest’ultima polarizzata ad una maggiore prevenzione di fronte a nuovi possibili ulteriori attacchi dopo quelli drammatici di Parigi; ma sarà anche e soprattutto occasione fondamentale per stendere la mano al mondo islamico con la presenza ufficiale del segretario della Lega araba Nabil Elaraby.
“Quello del terrorismo non è un problema tra Occidente e Islam: abbiamo bisogno di un’alleanza coi nostri partner e di dialogo” queste le parole della Mogherini ad introduzione del meeting, che si appresta ad essere, nel contempo, primo vero banco di prova dell’ex ministro degli esteri italiano. Nerbo della riunione sarà “l’analisi di impatto” delle operazioni messe in piedi nell’ultima settimana in tutta Europa per sgominare le cellule terroristiche dormienti e, in maniera speculare, lo studio sull’indice di penetrazione e vulnerabilità dei diversi paesi all’arrivo di possibili nuovi foreign fighters dai teatri di guerra siriani e iracheni.
Sul tema è intervenuto anche l’attuale ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni:“Si lavora a una risposta unita dell’Unione europea alla sfida del terrorismo islamico. Una risposta che deve essere fatta assieme con la stragrande maggioranza dei Governi e delle opinioni pubbliche islamiche. Bisogna andare avanti verso uno sforzo di maggiore condivisione delle informazioni, soprattutto per quelle che riguardano i passeggeri aerei, ma in generale di intelligence.” Sulla questione di possibili limitazioni delle normative sulla privacy o di vere e proprie deregolamentazioni, il ministro spiega: “Bisogna trovare un punto di equilibrio tra privacy e sicurezza ma serve mettere al primo posto la sicurezza senza rinunciare alle libertà europee”.
Intanto i portavoce dei maggiori paesi europei riuniti al summit fanno sapere di esprimere il loro più sentito scetticismo e disappunto di fronte alla decisione della Corte di giustizia europea di escludere Hamas, il movimento islamico palestinese, dalla lista delle organizzazioni terroristiche dell’Ue, annunciando anzitempo la decisione di presentare ricorso a tale decisione.
Dario Salvatore