Acerra – Dopo quattro giorni, Giovanni D’Errico, il lavorato del Consorzio di Bacino senza stipendio da quattro anni, è sceso dal tetto del Castello Baronale.
Facciamo qualche passo indietro per capire le motivazioni che hanno spinto D’Errico a commettere un gesto così estremo. I lavoratori del Consorzio di Bacino sono stati assunti nel 2000 con l’obiettivo di potenziare la raccolta differenziata e garantire la sicurezza dei siti di stoccaggio, dopo aver fatto dei corsi di formazione della Regione finalizzati. Nel 2011 però, la giunta Caldoro ha ritenuto che l’ente fosse inutile ed è partita la messa in liquidazione, buttando in mezzo alla strada intere famiglie. L’amministrazione comunale, lo scorso novembre si impegnò stilando un documento che chiedeva al Governo Nazionale, alla Regione Campania ed alla Prefettura di Napoli di porre in essere nel più breve tempo possibile le procedure di legge, per recuperare quanto spettante al Consorzio Unico di Bacino di Napoli e Caserta. Ad oggi la situazione non si era mossa di una virgola.
Vincezo De Luca, presidente della giunta regionale ieri era in visita ad Acerra, presso la clinica Villa dei Fiori per un convegno sulla sanità. In questa sede, De Luca infatti ha reso noto che lunedì 22 Febbraio riceverà a palazzo Santa Lucia i lavoratori del Consorzio di Bacino. A fare da intermediario il vicequestore Antonio Cristiano, dirigente del locale commissariato, ed ha spinto i lavoratori ad allontanarsi dal presidio che si era venuto a formare a Piazza Castello, sede del Castello Baronale e Giovanni D’Errico è tornato a casa.
Il 22 Febbraio sarà un giorno di lotta fondamentale, il personale del CUB di Napoli e Caserta presidieranno con un sit-in permanente la sede del Consiglio Regionale della Campania al Centro Direzionale. << Non siamo più nelle condizioni di attendere altro tempo, le famiglie dei lavoratori sono allo stremo, si sta verificando una vera e propria carneficina che impone soluzioni immediate >> – hanno dichiarato i rappresentanti del CUB ed hanno aggiunto: << Siamo giunti al limite della tolleranza, dal giorno 22 febbraio, nel rispetto delle normative vigenti, saremo inflessibili nel pretendere i diritti negati, primo fra tutti il diritto alla sopravvivenza delle famiglie dei lavoratori, stipendi e lavoro siano anche le Vostre priorità >>.