In questi giorni si è tenuto a Milano il decimo summit per l’incontro tra Asia e Europa dove il premier cinese Li Keqiang ha incontrato i leader dei paesi occidentali e ha annunciato che la Cina ricoprirà un ruolo maggiore a livello internazionale, con maggiore enfasi alla cooperazione e alla interconnessione tra le varie economie. Mentre si è tenuto questo evento, a Hong Kong sono proseguite le proteste contro il chief-executive Chun-ying Leun, colpevole, a detta dei protestanti, di non tutelare gli interessi della città. Questo da quando Pechino ha concesso il suffragio universale per l’elezione del governatore di Hong Kong ma con previa selezione dei candidati.

A Milano Li ha posto molta importanza alla comunità euro-asiatica e alla necessità di promuovere unità e coordinazione tra i due continenti. “La pace e la stabilità del continente è importante per la pace mondiale” ha detto in un discorso tenuto venerdì. Il giorno prima aveva anche parlato di economia e sviluppo coi paesi confinanti: “condurremo dispute in modo ragionevole e pratico, diverremo stakeholder dei vicini paesi asiatici e avremo un destino comune nel condividere responsabilità”. Secondo Wang Xuexian, ex rappresentante della Cina al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, queste iniziative hanno raccolto un ampio consenso tra i paesi.

Pechino ha focalizzato i suoi investimenti in paesi produttori di materie prime, in particolare quelli africani e gli Stati Uniti. Ha visto anche enormi opportunità in Europa, sebbene mantenga ancora forti investimenti altrove. Le ragioni di tale interesse sono varie: anzitutto il bisogno di acquisire marchi e nuove tecnologie per investire in nuovi settori economici. C’è però anche il fattore demografico: negli ultimi anni sono aumentati enormemente i cinesi in Europa,  avvantaggiati sia dalla popolazione anziana e dal loro basso costo del lavoro. Solo in Italia sono ufficialmente presenti più di 300 mila cinesi.

Il governo cinese sta cercando di attuare il progetto definito “nuova via della seta” che ha un duplice scopo: creare una fascia economica che coinvolga i paesi vicini con Pechino come ruota cardine; rafforzare la presenza economica cinese nel resto del mondo, non solo tramite investimenti e commercio ma anche presentandosi come modello per lo sviluppo economico,  specialmente per i paesi africani e asiatici. La Cina si presenta quindi come una potenza pacifica, alla ricerca di un posto armonico nel sistema globale.  Questa immagine però si affianca a un atteggiamento diverso in politica interna, dove il governo vuole mantere un forte governo centralizzato, non vedendo di buon occhio possibili linee troppo autonome.

Ieri nel quartiere Mong Kok di Hong Kong è avvenuto l’ennesimo scontro tra protestanti e polizia,  il quarto finora riportato. Oltre Hong Kong vi sono problemi anche nella regione nord occidentale dello Xinjiang, dove è presente la minoranza degli uiguri musulmani che di recente sta subendo una dura repressione in seguito ad alcuni attentati  compiuti da estremisti islamici. Ilham Tohti, famoso intellettuale uiguro, è stato condannato a settembre per istigazione alla separazione.

Massimo Liccardo

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