POZZUOLI – Da anni ormai, il litorale flegreo è soggetto ad abbandono e noncuranza non solo da parte delle istituzioni, ma anche e soprattutto dalla popolazione. Tuttavia, una parte dei cittadini, riunitasi in comitati quali “Pozzuoli è tua” e “Spiaggia Beni Comuni”, decise alla fine dell’agosto 2012 di inviare una nota al comune affinchè ponesse la dovuta attenzione al degrado che versava sulle coste flegree, e che soprattutto era evidente nelle zone di balneazione libera.

Sono ormai passati due anni, e la situazione non è cambiata, anzi, è andata peggiorando. In seguito alla noncuranza delle istituzioni, molti di coloro che si ostinavano a frequentare parte di quei posti hanno ormai ceduto per il troppo inquinamento, causando quindi l’esponenziale crescita di degrado ed inquinamento. Gran parte del litorale è difatti occupata da immondizia, e la colpa dell’accaduto è da attribuire da un lato all’inciviltà di una larga fetta della popolazione, e dall’altro alla costante noncuranza del Comune. In questi giorni, l’attivismo di questi collettivi è tornato a farsi sentire, lanciando l’allarme circa i cosiddetti ‘litorali pattumiera’, sottolineando quelli che sono i gravissimi effetti che possono avere a livello ambientale. Le zone considerate rosse sono quelle comprese tra Arcofelice (ex lido delle monachelle) e Lucrino, oltre che gli arenili compresi tra Licola e Cuma, che un tempo rappresentavano l’abitat naturale di molte specie di animali. Queste zone sono state distrutte nel tempo dagli accumuli di sporcizia, che hanno contribuito nel tempo a creare un clima fognario e un odore nauseabondo. Inoltre, a Licola c’è un accumulo di acque paludose dovuto ad una centrale ormai ferma da anni: tutto ciò, contribuisce ad una crescita vertiginosa di fungosi e dermatiti durante il periodo estivo, che è rischiosa soprattutto per anziani e bambini. I lidi continuano le loro attività, seppur poco redditizie, non considerando i reali pericoli a cui sono esposte le persone che decidono di passare parte del loro tempo libero in quelle zone. Da qui, l’invito alle istituzioni ad agire al più presto per limitare i danni di tale situazione, ma anche e soprattutto, per una rivalutazione del territorio flegreo.

Martina Vassallo

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